da sinistra Antonio Rallo e Lucio Monte
Mancano poche ore all'elezione del direttivo che consacrerà il decollo del Consorzio di Tutela della Doc Sicilia.
Come annunciato da cronachedigusto.it i giochi sui nomi che eleggerà l'assemblea dei soci oggi pomeriggio a Marsala sono fatti e, salvo sorprese, Antonio Rallo sarà chiamato a fare il presidente. Mentre del consiglio direttivo dovrebbero farne parte Liborio Marrone, vice presidente di Settesoli. Ed ancora Gaspare Baiata, presidente di Cantine Paolini e poi il vice di Colomba Bianca Filippo Paladino ma anche Alessio Planeta e qualcuno dei Tasca d'Almerita. Saranno in tutto nove. Ed oggi ci sarà l'elezione del consiglio dal quale poi verrà fuori il nome del presidente.
Rallo a questo punto lascerà la presidenza di Assovini Sicilia, organizzazione che tanto ha fatto in oltre dieci anni per promuovere difendere e migliorare il vino siciliano. Ma a questo punto sarà importante capire quale sarà lo scenario che si verrà a determinare. È indubbio infatti che l'avvio concreto del consorzio della Doc Sicilia determinerà una nuova governance. Con quali conseguenze? L'ipotesi più accreditata è quella che il Consorzio assumerà un po' la guida di quello che avverrà in Sicilia aul versante del vino sia per i numeri che per la volontà, immaginiamo, di chi ne farà parte. Una nuova governance che porterà il Consorzio, per esempio, a gestire i fondi Ocm per la promozione, ad effettuare i controlli sulle produzioni grazie all'Erga omnes, a doversi dotare di una struttura organizzativa fatta di risorse umane dove la professionalità non potrà fare difetto.
E insomma, in ballo c'è davvero tanto. Sarà interessante capire il futuro ruolo degli altri consorzi di tutela. O anche lo stesso ruolo di Assovini che secondo uno degli scenari potrebbe fare un passo indietro rispetto al ruolo esercitato fino ad oggi perché la rappresentatività del vino siciliano passerebbe ora attraverso il Consorzio. E ancora le altre iniziative, dalle modifiche al disciplinare fino alla partecipazione alle fiere, dove il Consorzio potrà e dovrà tracciare un solco che potrebbe essere utile per tutto il mondo del vino siciliano. Altra questione su cui si aspettano prese di posizione riguarda il ruolo dell'Irvos che oggi vive un momento di grande difficoltà tali da lasciare pesanti interrogativi sul suo futuro.
Oggi l'Irvos gestisce il delicato e importante lavoro delle certificazioni, compito che nel resto d'Italia viene svolto da Valoritalia, struttura che di fatto è stata creata dall'Unione Italiana Vini. Quale sarà la posizione del Consorzio Doc Sicilia sull'Irvos? Al momento non c'è nessuna presa di posizione e sarà utile capire se ci sarà un intervento di sostegno affinché l'Istituto diretto oggi da Lucio Monte ed in attesa di un nuovo cda, possa continuare il lavoro della certificazione delle Doc. Perché è chiaro che oggi uno degli asset più strategici per l'ente regionale è proprio quello delle certificazioni da cui introita circa un milione e mezzo di euro all'anno. E quindi sarà anche utile capire quale sarà l'atteggiamento del Consorzio Doc Sicilia. Ricordando in questa occasione che i numeri della Doc cominciano ad essere importanti: oltre cinquecentomila ettolitri di vino è il dato relativo alla produzione di quest'anno. Ed è un numero potenzialmente destinato a crescere. E anche di molto. La partita comincia oggi.
F. C.
Pubblicato alle 14,30 del 3 giugno 2014