Le percentuali parlano chiaro: -13% di vino francese in meno nel 2024. Secondo le prime previsioni pubblicate dal Ministero dell’Agricoltura e dal suo Servizio di Statistica e Previsioni (SSP), la Francia dovrebbe produrre tra i 40 e i 43 milioni di ettolitri di vino nel 2024, con un calo tra il 16% e il 10% rispetto al 2023 e tra il 10% e il 3% rispetto alla media quinquennale. Ipotizzando una media di 41,5 milioni di ettolitri, è improbabile che la Francia riesca a mantenere il titolo di primo produttore mondiale di vino.
Come riporta il sito francese Vitisphere, queste prime previsioni tengono conto di un’annata difficile in cui molti vigneti sono stati segnati dalla coulure (caduta dei fiori o degli acini giovani) e talvolta dall’acinellatura (dimensione variabile degli acini). Il Ministero dell’Agricoltura segnala che “la peronospora, favorita dalle condizioni umide di inizio estate, sta colpendo la maggior parte delle zone viticole e potrebbe causare perdite importanti”, mentre i rischi climatici non sono da meno, con “episodi di gelo o grandine”. Con la vendemmia ancora lontana, “tuttavia, i terreni ben riforniti d’acqua potrebbero limitare questo calo di produzione”, aggiunge la SSP.
Nei vigneti di Bordeaux, “la produzione è destinata a diminuire dopo una vendemmia già ridotta nel 2023”, a causa della continua pressione della peronospora, della muffa, della grandine e della coulure, oltre che dell’estirpazione: “Una riduzione della superficie di circa 8.000 ettari, a seguito del piano di estirpazione, sta contribuendo a ridurre la produzione prevista”, afferma il Ministero.
Si prevede un calo delle rese anche nella regione della Champagne, dove “le gelate primaverili e la grandine hanno avuto un impatto immediato sul potenziale produttivo”, mentre le piogge hanno favorito la “coulure” e la peronospora. Stessa situazione per le viti della Borgogna, ma anche nel resto della Francia.
Sebbene la peronospora sia onnipresente in questa annata, da Châteauneuf-du-Pape a Valréas, il Luberon è stato risparmiato e la Provenza sta rivedendo al ribasso l’impatto delle gelate e della peronospora (citando una riduzione del 10-20% delle rese). L’Ardèche, invece, è stata colpita dalla grandine dopo aver resistito alla pressione della peronospora.
Se finora l’annata è sembrata ideale in Corsica, “la siccità rischia di limitare la produzione, che si prevede inferiore a quella del 2023, ma superiore alla media quinquennale”, si legge nella nota ministeriale, sottolineando che “per loro stessa natura, queste previsioni non possono tenere conto di eventi che potrebbero verificarsi dopo questa data e influenzare il raccolto”.