Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vino e dintorni

“Così il mio vino biodinamico viene fatto nell’entroterra siciliano guardando la luna”

10 Giugno 2024
Nicolò Grippaldi Nicolò Grippaldi

Se si pensa Gagliano Castelferrato, paesino di 4mila abitanti nell’entroterra della Sicilia, in provincia di Enna, la prima cosa che viene in mente non è di certo un paesaggio fatto di vigne. Eppure in questo luogo un giovane ha deciso di investire, di cambiare vita e di dedicarsi completamente al vino. Nicolò Grippaldi ha 38 anni ed è laureato in Lettere e Filosofia all’università di Firenze. E proprio lì in Toscana, negli anni dell’università, ha avuto un imprinting: la viticoltura biodinamica. Oggi, i suoi vini, sono sulle tavole di grandi ristoranti, da Mauro Colagreco a Massimo Bottura fino a Enrico Bartolini. 

Una produzione di circa 9.000 bottiglie e quattro referenze all’attivo. “Tutto è partito – racconta Grippaldi – quando ho conosciuto i proprietari di un’azienda vinicola storica a Panzano in Chianti: Castello dei Rampolla”. Una storia che l’ha affascinato, quella di fare un vino basandosi sulle fasi lunari. Il mondo del vino l’ha fatto completamente innamorare a prima vista e nei terreni dei bisnonni ha costruito la sua vita. Non vengono utilizzate sostanze chimiche, solo zolfo di miniera e piccole dosi di rame. Partito da 2,63 ettari, oggi l’azienda di Grippaldi è arrivata a 3,33 ettari di vigna.

“Non ho avuto alcun tipo di problema dal punto di vista fitosanitario. L’uva era perfettamente sana. L’unico problema è stato il caldo di luglio, perché nella mia zona ci sono degli sbalzi termici da deserto con 45 gradi ombra nei picchi e venti gradi in meno la notte. Un vento di scirocco molto forte ha asciugato la maggior parte dell’uva e quindi ha ridotto il peso e la quantità”. 

Nicolò Grippaldi non fa irrigazione e per questo motivo i suoi vini sono più complessi e strutturati. Ma come si produce un vino biodinamico? Come abbiamo detto ci si basa esclusivamente sulle fasi lunari e sul calendario astronomico lunare. Si prendono in considerazione due elementi: la fase di luna discendente e quella di luna ascendente. La prima dura 15 giorni e in questo periodo la pianta è più predisposta a determinate operazioni come il taglio. Dall’altro lato, quando la luna riprende a salire la linfa viene attirata verso l’alto e le operazioni da fare si dimezzano. Anche in cantina si seguono le medesime fasi.

Quattro le referenze dell’azienda: un Nero d’Avola in purezza che si chiama Salvatore Grippaldi, Nerello Mascalese in purezza che si chiama Spina Santa, Dei Pinti (50% Nero d’Avola e 50% Nerello Mascalese) e Il vino di Pico (50% Nero d’Avola e 50% Nerello Mascalese). 

“Parlando con i più anziani in zona – dice Grippaldi – mi raccontavano che il territorio era particolarmente vocato. Da sempre c’è stata la produzione di Nerello Mascalese, Nero d’Avola e Zibibbo. Sono varietà affini al terroir e al clima. Spero ora che chi vuole investire possa farlo in un terroir sconosciuto al mondo per far conoscere il territorio”.