“Al Vinitaly? Ci arriviamo davvero molto preoccupati”. Non usa mezzi termini Giuseppe Tornatore, figlio del cavaliere e proprietario dell’azienda sull’Etna Francesco, a Castiglione di Sicilia. Lo contattiamo, come di consueto, prima della fiera di Verona e più volte, nella nostra telefonata, sottolinea la paura.
La decisione del presidente Usa, Donald Trump, sui dazi è arrivata e il settore si appresta a vivere il Vinitaly con pessimismo: “Sfido a trovare produttori con un sentiment positivo. I container sono fermi, bloccati dall’importatore. E se si pensa che gli Usa sono il nostro principale mercato internazionale è normale capire come arriviamo a Verona”.
L’azienda Tornatore è molto estesa nel territorio etneo con 100 ettari e circa 400mila bottiglie prodotte ogni anno, li nel luogo di origine della famiglia del Cavaliere: Castiglione di Sicilia. Un amore per questa terra e per questo luogo specifico che traspare dalle parole di Giuseppe.
“Adesso anche altri Paesi come il Canada ci scoprono. Ci auguriamo che l’Etna possa avere slancio maggiore anche se i vini sono legati alla moda. Ma noi speriamo che questa “moda” possa perdurare”.
Prima di Vinitaly, però, c’è Opera Wine: anche quest’anno i Tornatore sono stati selezionati tra le 110 cantine da Wine Spectator: “È il quarto anno consecutivo e questo conferma quello che stiamo facendo, come stiamo lavorando. In un luogo in cui il 95% degli investitori arriva dall’Italia e dall’estero è bello pensare che le nostre radici siano proprio lì dove parte la produzione. La nostra, d’altronde, è sempre stata una scommessa”.
La vendemmia 2024 è stata in linea con le aspettative, senza criticità. E c’è un progetto imminente: un metodo classico di Nerello Mascalese sui lieviti 36 mesi.
A livello commerciale la famiglia Tornatore guarda a mercati come l’Australia e il Sud est asiatico. “Abbiamo puntato nei nostri quasi 100 ettari di cui 80 di vigneti a fare selezione tra le uve. La particolarità del vino è che nasce in vigna più che in cantina. E nonostante le difficoltà del settore non vogliamo smettere di crederci”.