Le bollicine venete scalano il Dragone seguendo la Via della Seta di Marco Polo, di cui quest’anno ricorrono i 700 anni della morte.
Il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene prova a conquistare la Cina. Un totale di 15 comuni e 3.000 viticoltori per una produzione di 92 milioni di bottiglie annue, con Germania e Gran Bretagna mercati di riferimento esteri a precedere la Svizzera, per un valore della produzione pari a 620 milioni di euro complessivi.
“Il prosecco si sposa bene con la cucina cinese ed è questa la forza della nostra proposta – ha detto Diego Tomasi, direttore generale del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg, in un evento tenuto all’Istituto italiano di cultura a Pechino -. E il popolo cinese, viaggiando, ha cominciato ad apprezzarlo”.
La manifestazione ha permesso anche di presentare la traduzione in mandarino fatta nel 2023 del volume dedicato alle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ad opera della China Agricultural University Press. “Quando ho letto il libro (‘Il potere di un territorio: il caso di studio del prosecco” di cui Tomasi è co-autore, ndr) ho capito che si trattava di una storia unica. La dovevo tradurre”, ha commentato Zhanwu Dai, professore di Botanica dell’Accademia Cinese delle Scienze, aggiungendo che ci sono voluti “due anni di lavoro e una revisione fatta ben 10 volte per trovare i termini giusti e affinare il risultato finale nel rispetto di un vino unico e irriproducibile”.
I consumatori cinesi “amano il prosecco che è apprezzato nel presente e che ha un grande futuro qui in Cina“, ha osservato da parte sua Li Demei, professore di Viticultura ed Enologia presso l’Università di Pechino che ha parlato del valore e della peculiarità dei vini italiani attraverso la caratterizzazione dei territori di provenienza.
Un tema, quest’ultimo, sottolineato nelle due sessioni pratiche e teoriche dell’incontro, tenute allo scopo di rimarcare l’iscrizione dell’area di Conegliano e Valdobbiadene nelle liste del Patrimonio Unesco a partire dal 2019 e la tutela riservata al prosecco anche dall’accordo Ue-Cina del 2021 sulle Indicazioni Geografiche. “Una storia unica che alimenta e sostiene la domanda in Cina”, ha rilevato da parte sua l’ambasciatore Massimo Ambrosetti.