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Vino e dintorni

I bilanci 2023 delle cantine siciliane ai raggi X: il settore tiene, in testa per utili Donnafugata e Cusumano. TUTTE LE CIFRE 

12 Ottobre 2024
Gli utili delle cantine siciliane nel 2023 Gli utili delle cantine siciliane nel 2023

Anche quest’anno analizziamo i bilanci delle principali cantine siciliane. Ai raggi X, per l’anno 2023, l’analisi dei principali valori ed indicatori di bilancio (fatturato, utili/perdite, costo del personale, costi di produzione totali, ecc.) delle cosiddette aziende  siciliane “grandi”, quelle cioè che hanno un volume di prodotto imbottigliato/confezionato superiore al milione di pezzi (base lt. 0,75).

Le aziende coinvolte sono ventisei (una in meno rispetto a quelle esaminate l’anno scorso, cioè la Barone Montalto, in quanto questa è divenuta un brand all’interno del gruppo Argea – Mondo del Vino – e non ha più autonomia giuridica), di cui 21 società di capitali, 1 società di persone, 3 società cooperative ed una società semplice e ciò genera, ribadiamo ancora una volta, profonde differenze sulla tassazione fiscale, ordinaria o agevolata, quale ultima voce del conto economico, per giungere al reddito netto d’esercizio.

Abbiamo proceduto ad un attento studio di tutti i dati ufficiali, rilevati dall’Ufficio del registro delle Imprese, nonché forniti direttamente dalle imprese ed in particolare della documentazione che accompagna il bilancio di esercizio, al fine di rilevare scelte e situazioni contabili che hanno caratterizzato i risultati dell’esercizio 2023.

Tra queste segnaliamo la scelta di alcune aziende (tra queste la Cusumano) di avvalersi, anche per quest’anno, come per i precedenti tre esercizi, degli effetti della sospensione degli ammortamenti (c.d. Decreto agosto 2020) calcolando quote al 50%  e ciò, naturalmente, ha inciso sulla dimensione quantitativa del risultato d’esercizio, che appare, per tale ragione più elevato, ove non fosse stata adottata questa scelta. 

In primo luogo, segnaliamo che il fatturato complessivo di tali aziende ammonta a 452 milioni di euro, con un incremento rispetto ai valori dell’esercizio precedente, marginale, pari allo 0,13%, (era stato nel biennio precedente del 13% circa).

I bilanci 2023 delle cantine siciliane /1 I bilanci 2023 delle cantine siciliane /1
I bilanci 2023 delle cantine siciliane /2 I bilanci 2023 delle cantine siciliane /2
Dati fatturato 2023 in ordine decrescente Dati fatturato 2023 in ordine decrescente

Tutte le aziende presentano una redditività positiva, con la sola eccezione della Duca di Salaparuta (DDS d’ora in poi) che, com’è noto, segue logiche di consolidato fiscale e, pertanto, l’individuazione del reddito netto d’esercizio risponde a logiche di gruppo, dell’azienda Curatolo Arini 1875 (-€ 77.890), dovuta principalmente ad una variazione riduttiva delle giacenze finali di materie prime e  ad un incremento degli oneri finanziari e della Conte Tasca d’Almerita (-109.750), dovuta principalmente all’elevato livello degli oneri finanziari.

Ritornando ad analizzare più in dettaglio i fatturati, si notano degli incrementi molto significativi (analizziamo qui quelle con valori superiori al 20%), in tre aziende e cioè, di Grottarossa Vini (+40,49%), Baglio Gibellina (+36,21%) e MC Vini srl (+27,03%)

Segue una sola azienda con incremento del fatturato compreso tra il 10% e il 20% e cioè Tenute Rapitalà (+11,13%).

In controtendenza, cioè con diminuzione di fatturato, si rilevano ben 12 aziende (erano solo quattro nell’esercizio 2022), alcune con riduzioni più significative quali, Colomba Bianca (-13,95%), Orestiadi (-12,32%), Curatolo Arini 1875 (-11,14%).

L’azienda leader per fatturato è la Cooperativa Ermes (€ 128.538.437), seguono, mantenendosi invariate le posizioni di testa rispetto all’anno scorso, Cantine Settesoli (46.671.421 euro), Duca di Salaparuta (40.703.993 euro), Donnafugata (36.328.579 euro), Cooperativa Colomba Bianca (29.814.822 euro).

Ben 4 aziende superano i 30 milioni di fatturato, altre 8 sono ricomprese tra i 10 e i 30 milioni, 6 tra i 5 e i 10 milioni, tutte le altre 8 hanno valori inferiori ai cinque milioni di euro.

Gli utili delle cantine

Procedendo nell’analisi della redditività netta, solo 2 aziende superano il milione di euro, (Donnafugata, Cusumano), nessuna tra € 500.000 e il milione di euro (erano 3 lo scorso esercizio), tutte le altre 21 di cui si hanno a disposizione i dati, hanno valori inferiori, tre le aziende con perdita. 

Tutte le aziende hanno proceduto ad accantonare a riserva gli utili conseguiti, proprio in considerazione del difficile momento economico che stanno attraversando e delle notevoli incertezze presenti nei mercati., ad eccezione della Paolini srl, controllata al 100% dalla Cooperativa Paolini, che ha distribuito a quest’ultima, la quasi totalità dell’utile conseguito (248.000 euro) e delle Cantine Pellegrino che ha destinato a dividendo 200.000 euro, pari al 61,72% dell’utile globale conseguito..

Segnaliamo, come ogni anno, le scelte di tecnica di contabile di chiudere l’esercizio con reddito pari a zero, da parte della Cantina Settesoli e di altre società cooperative, con valori prossimi allo zero, avendo questi istituti aziendali scopi di mutualità prevalente e non potendo, per legge, distribuire utili.  

I costi del personale

Abbiamo proceduto, anche quest’anno, a rilevare il costo delle risorse umane presenti in azienda – quale elemento centrale del valore aggiunto distribuibile – rapportandolo sia al totale dei costi di produzione, sia al fatturato aziendale – pur con tutte le necessarie cautele nell’ambito di un settore che si avvale di rilevante manodopera stagionale e di un significativo numero di soggetti apicali, soci, familiari, ecc., che prestano la loro opera in azienda, con differente modalità ed intensità tra le varie aziende analizzate.

Per quel che riguarda il primo indicatore (costo personale/costi totale di produzione), vi sono aziende con mera funzione distributiva, non produttiva, perché ricadente in altra entità giuridica, in presenza di altre aziende di gruppo o aventi medesima compagine societaria che si occupano direttamente della produzione, presentando valori sensibilmente inferiori del costo del personale, quando non addirittura pari a zero (Baglio Gibellina) e tra queste si annoverano Orestiadi 0,57%, Paolini cantine srl 1,02%, Firriato Distribuzione 4,30%, Sibiliana Vini 3,6%) rispetto ad aziende integrate nella filiera, quali (Conte Tasca d’Almerita 29,76%, Solsicano 29,20%, Tenute Rapitalà 25,50%, Cantine Pellegrino 16,45%, Donnafugata 20,92%, Curatolo Arini 19,50%), Ivam srl – Cantine Madaudo srl 6,79% Normanno srl 2,45%, Tenimenti Zabù 4,59%, Ermes cantine 4,39%, MC Vini srl 4,61%) con un dato medio pari all’9,83%, valore questo, per le considerazioni sopra esposte, poco rappresentativo, viste le situazioni differenziate di cui sopra abbiamo detto.

Infatti, il dato medio di tale indicatore, depurato dai valori anomali che si possono ricondurre alle imprese commerciali, ovvero meramente distributrici, o ancora con totale assenza di costo del lavoro, nell’ambito delle aziende esaminate, è pari al 14,20%.

Il costo del lavoro sul fatturato

Da ultimo abbiamo analizzato l’altro indicatore e cioè l’incidenza percentuale del costo del lavoro sul fatturato e si rileva al primo posto la Solsicano (36,44%), segue Conte Tasca d’Almerita (30,14%), segue quindi Tenute Rapitalà (24,64%), le aziende Curatolo Arini 1875 (23,36%), Donnafugata (21,70%) Principe di Corleone (18,49%)  e Cantine Pellegrino  (17,31%)..

A proposito di cantine sociali, invece, dall’analisi dei bilanci emerge che il valore del fatturato globale delle 3 cooperative “grandi”, raggiunge il valore percentuale del 45,36% del totale complessivo del fatturato delle aziende grandi.

Quali le principali conclusioni cui possiamo pervenire dai valori dell’anno 2023?

Certamente un settore fortemente sempre positivo, in crescita, seppur quest’anno in misura inferiore a quella registrata nel 2022, un settore che continua a produrre utili e che distribuisce rilevante valore aggiunto, in particolare per ciò che concerne le risorse umane, con un valore complessivo distribuito pari a circa 45,6 milioni di euro, pari a oltre 7 volte la potenziale distribuzione di utili per dividendi alla proprietà aziendale.

I metodi seguiti per l’analisi

  • I dati si riferiscono alle aziende che vendono direttamente al cliente e non già all’azienda produttrice (es. Firriato Distribuzione e non Firriato srl,, Cantine Paolini srl e non Cooperativa Paolini, Sibiliana Vini e non Cantine Europa, ecc.);
  • Sono state considerate aziende che, anche con sede al di fuori della regione, con stabilimento produttivo e distributivo nella regione, per rendere ininfluente scelte logistiche, giuridiche, fiscali, ecc. adottate e/o modificabili di anno in anno (es. Solsicano, – Mezzocorona (TN), Cantine Madaudo IVAM – Milano);
  • Le aziende possono far parte di gruppi, sottoposte cioè a  direzione e coordinamento da parte di una holding, quali Conte Tasca d’Almerita (T Holding), Duca di Salaparuta (Illva) Rapitalà (Gruppo Giv), Tenimenti Zabù (Gruppo Fantini), Orestiadi (Cantina Ermes), Cantine Paolini srl (Cooperativa Paolini), Solsicano (Mezzacorona), Cantine Ivam – Cantine Madaudo srl (Mad Immobiliare), Sibiliana Vini (Cantina Cooperativa Europa) e ciò può determinare la presenza di valori patrimoniali e reddituali con operazioni con “parti correlate”, effettuabili a condizioni sia ordinarie sia non ordinarie di mercato.

*Coordinatore Master Masv – Manager delle aziende del settore vitivinicolo
Università Palermo – Dipartimento Seas