Un maxi-furto di uva ha compromesso a Salina la produzione del Passito Malvasia delle Lipari dell’azienda Barone di Villagrande: quest’anno il vino non potrà essere prodotto.
“L’annata era abbastanza buona, la pressione c’era perché ha piovuto, l’uva era succosa”, ci racconta Marco Nicolosi Asmundo, proprietario dell’azienda di Milo. “Il 27 agosto sono stato a Salina e ho controllato lo stato di maturazione. Abbiamo concordato con i miei collaboratori l’inizio della vendemmia per il 2 settembre. Ma quando i ragazzi sono arrivati hanno visto che mancava molta uva e ancora prima di iniziare a raccogliere si sono resi conto dell’accaduto”.
Solitamente la produzione sull’isola di Salina per l’azienda è intorno alle mille bottiglie di Passito e 1.500 di Salina bianco (che verrà prodotto quest’anno in quantità notevolmente ridotte). Perché i ladri hanno fatto fuori più del 50% delle uve nei due ettari di vigneti in contrada Vallone Casella.
Eppure non è la prima volta che accade: “Era già successo in piccoli quantitativi non giustificabili ma quest’anno è insostenibile. Fortunatamente possiamo contare sull’aiuto del maresciallo dei carabinieri che ha dimostrato molta sensibilità e sta indagando sull’accaduto”.
Intanto l’azienda si muove per adottare soluzioni per arginare il problema: “Abbiamo tentato sistemi diversi perché siamo in campagna e non è facile trovare il modo perfetto. Avevamo messo foto trappole che evidentemente non hanno funzionato. Abbiamo avuto giornate ventose positive dal lato produttivo ma che hanno fatto muovere la vegetazione. Le fototrappole hanno quindi scattato centinaia di fotografie e si sono scaricate prima del furto. L’anno prossimo faremo un maggiore monitoraggio e installeremo telecamere con pannelli”.
Nicolosi chiarisce subito, però, la solidarietà arrivata dal mondo dei colleghi produttori: “Chi fatica tutto l’anno conosce i valore del prodotto e non si sognerebbe mai di sottrarlo a chi lo fa. È verosimile che si tratti di persone che rubano non sapendo cosa stanno facendo. Dubito che la rivenderanno perché l’uva deve essere tracciata. Penso quindi che se ne farà un uso privato. C’è chi sull’isola vinifica per sé e sicuramente sarà uva che incrementerà queste quantità”.