Abbiamo avviato un dibattito sul vino e il momento di crisi che sta vivendo e i possibili rimedi. Adesso ospitiamo un nuovo intervento. Chiunque volesse dire la sua su questo argomento scriva a direzione@cronachedigusto.it
Il settore del vino e degli spumanti in Italia, negli ultimi anni, ha subito dei cambiamenti significativi a causa di fenomeni che, curiosamente, si sono verificati in un arco temporale estremamente breve.
Quali sono queste variabili ormai rilevanti (ma non tutte negative)?
- Rallentamento dei consumi (soprattutto nell’ambito vini rossi)
- Minor interesse da parte dei giovani
- Nuove dinamiche di comunicazione, distributive e di acquisto (queste ultime emerse durante il Covid ed ormai divenute strutturali)
- Incremento dei costi (e dei prezzi) in diverse categorie di prodotti
- Polverizzazione dell’offerta (con relative difficoltà per le aziende di minori dimensioni)
L’insieme di questi elementi ha determinato una crisi con cui dobbiamo confrontarci e che il comparto deve affrontare nell’immediato futuro per poter riprendere il percorso di crescita.
Il periodo Covid ha dato letteralmente una “scossa” a tutto il settore, prima rallentando, fino quasi a fermare, l’intero comparto e, a seguire, imprimendo una spinta in avanti, altrettanto rapida, che aveva dato l’illusione, su un possibile nuovo “boom” come quello dei primi anni Duemila.
Ahimè, questa illusione è durata lo spazio di un anno o poco più e, già dalla metà del 2022, il settore ha iniziato a diminuire la propria velocità di crescita, facendo emergere chiaramente le criticità e le debolezze di una certa parte degli operatori che oggi (2024) faticano ad ottenere risultati positivi.
A fronte di questi elementi, cosa fanno le aziende e gli altri attori della filiera per affrontare il problema e risolverlo?
Le aziende sono tutte molto impegnate e consapevoli dei mutamenti che il settore sta attraversando ma i modelli con cui questi temi vengono generalmente affrontati, rimangono ahimè immutati negli anni (naturalmente con una serie di eccezioni e di esempi virtuosi): spinta dall’alto verso il basso con push continui sul trade e sulla filiera commerciale, focus sulla leva prezzo, investimenti promozionali e pubblicitari “old style”, comunicazione focalizzata da anni su temi ormai largamente “assimilati” come la tipicità, il territorio, i vitigni autoctoni, ecc. ecc.
Stante quindi la consapevolezza del cambiamento, il settore necessità di nuovi impulsi e gli approcci alla produzione ed alla distribuzione andrebbero radicalmente modificati: riassetto dell’offerta, nuovi paradigmi di comunicazione, aggregazione fra imprese, sono queste le principali leve su cui si dovrebbe agire nell’immediato da parte degli operatori.
In prima battuta, sarebbe auspicabile un cambiamento degli assetti produttivi e dell’offerta in generale, soprattutto da parte dei grandi players mediante investimenti significativi nello sviluppo di nuovi prodotti che possano addirittura anticipare le tendenze dei mercati, e non “seguirle”, come è successo in passato per certe categorie produttive; si rendono quindi necessari investimenti cospicui (magari anche con il supporto pubblico), in attività di ricerca e sviluppo, sia in vigna sia nelle cantine, orientate ad identificare prodotti e stili più adatti alle nuove generazioni, che rappresentano i consumatori del futuro.
Nuovi modelli di comunicazione: è arrivato il momento di comunicare di più e meglio al consumatore finale. Le nuove tecnologie, oggi facilmente accessibili a tante aziende anche a costi contenuti, sono oramai imprescindibili sia per creare riconoscibilità dei brands (anche nell’ambito dei vini e spumanti premium), sia per supportare puramente le vendite anche mediante i tradizionali canali distributivi.
Sarebbe infine determinante un percorso che possa consentire delle forme di aggregazione fra aziende in modo da ottenere quelle dimensioni minime per poter sostenere gli investimenti necessari ad affrontare i mercati internazionali; infatti, si pone oggi più che mai l’esigenza di consentire alle aziende piccole, artigianali, di alto posizionamento, attraverso modelli (come ad esempio reti di imprese, consorzi, ecc.) che consentano a ciascuno di mantenere la propria identità ed allo stesso tempo di competere adeguatamente in contesti particolarmente complessi e costosi, soprattutto a livello internazionale.
In sintesi, tutti dobbiamo guardare al futuro con gli occhi, gli strumenti e gli approcci delle nuove generazioni, affinché si possano avvicinare e scoprire, quanto di bello e buono abbiamo nelle nostre campagne e nelle nostre cantine.
*CEO Liv Srl
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