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Vino e dintorni

I produttori di vino di Cina, Cile e Messico colpiti dai dazi statunitensi fino al 218,15% a causa di un’indagine antidumping

12 Agosto 2024
Bottiglie di vino in cantina - ph Arno_M, Pixabay Bottiglie di vino in cantina - ph Arno_M, Pixabay

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (DoC) ha accusato i produttori di bottiglie di vino in vetro cinesi, cileni e messicani di vendere i loro prodotti negli Stati Uniti a prezzi ingiustamente bassi.

Secondo quanto riportato da Law360 e ripreso da The Drink Business, il Ministero del Commercio statunitense ha stabilito i dazi preliminari sottolineando come sulle importazioni di bottiglie di vino i produttori d’oltreoceano stavano effettuando il dumping dei loro prodotti nel Paese.

Le prime aliquote includono dazi di dumping tra il 21,77% e il 27,97% per più di una dozzina di produttori in Cina, ma arrivano fino al 218,15%.

La maggior parte dei produttori cileni di bottiglie di vino coinvolti nell’indagine sta affrontando tariffe tra il 6,64% e il 34,46%, mentre un’azienda si trova di fronte a un dazio del 173,91%.

Le aziende messicane stanno subendo dazi del 14,96% e del 18,08%. Tre potrebbero essere colpite da dazi del 96,95%.

L’indagine è stata avviata da una petizione commerciale della US Glass Producers Coalition, un gruppo composto dalla Ardagh Glass Inc. e dalla United Steel, Paper and Forestry, Rubber, Manufacturing, Energy Allied Industrial and Service Workers International Union.

Oltre alle accuse di dumping, si sospetta anche che il governo cinese stia concedendo sussidi ai produttori di bottiglie cinesi, dando loro un vantaggio sleale sul mercato statunitense.