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Vino e dintorni

Colomba Bianca apre le porte a Cantine Europa per la vendemmia 2024. Taschetta: “Un aiuto al territorio per garantire produzione e lavoro”

14 Agosto 2024
Dino Taschetta, presidente Colomba Bianca Dino Taschetta, presidente Colomba Bianca

Tra siccità e carenza di acqua, la vendemmia 2024 in Sicilia sembra essere davanti a una condizione disastrosa. La cooperativa sociale Colomba Bianca che copre 40 comuni tra le province di Trapani, Palermo, Caltanissetta e Agrigento, tende la mano a Cantine Europa, la società cooperativa agricola di Petrosino (in provincia di Trapani), tra i principali produttori di Grillo al mondo, oggi in grandi difficoltà economiche.

“I soci di Cantine Europa – ci racconta il presidente di Colomba Bianca, Dino Taschetta – si sono trovati in difficoltà perché avanzano la liquidazione del 2022 e della vendemmia del 2023 hanno preso la metà di quello che ha dato la gran parte delle cantine. Una situazione di sbando totale con gente arrabbiata con la conseguente sfiducia del consiglio di amministrazione. Mi hanno chiesto aiuto e abbiamo provato a trovare una soluzione momentanea”. 

Adesso Colomba Bianca dà una casa dove ripararsi ai produttori. Si parte proprio da loro: “Abbiamo inventato la figura dei soci temporanei: in questo modo i produttori non avranno spese rimanendo soci di Cantine Europa e diventando di conseguenza soci di Colomba Bianca. Ci siamo posti poi il problema dei dipendenti. Si fa così un conto lavorazione presso Cantine Europa. Colomba Bianca pagherà a un prezzo già definito la parte della vendemmia di quest’anno”. 

Colomba Bianca ha oggi 2.400 soci non tutti conferitori, circa 6mila ettari di terreno e in annate normali una produzione da 700mila quintali di uva. Con la vendemmia di quest’anno si rischia di non arrivare a 300mila quintali. Cantina Europa, invece, copre una superficie vitata di 6.000 ettari compresi tra Mazara del Vallo, Marsala e Salemi con 1.500 soci e una produzione di 500mila quintali di uva. 

Certamente il fattore determinante sarà la quantità d’uva che si riuscirà a ottenere e che consentirà di mantenere attivi i due impianti: “Il vero patrimonio di una cooperativa vinicola è dato dai soci e dalla quantità d’uva conferita, il resto vale nella misura in cui lavorano gli impianti: se non c’è produzione, le strutture valgono ben poco e anche le aziende più forti rischiano di andare in crisi. I tempi sono molto complicati, ma siamo certi che rimanendo uniti, con una massa critica importante, si potranno affrontare con più forza i prossimi anni, mettendo a terra un nuovo piano industriale. In questa prima annata di collaborazione auspichiamo il maggiore risultato possibile di raccolta per Cantine Europa – così da garantire il punto di equilibrio con un beneficio per tutti in termini economici – ma per comprendere l’andamento dell’operazione dovremo aspettare la fine della vendemmia. Noi la nostra parte la stiamo facendo, adesso gli altri dovranno fare la loro. Le aziende crescono o ristagnano e muoiono. Noi abbiamo scelto di crescere insieme a uno dei territori più belli del mondo del vino, confidando nell’aiuto di tutti, convinti come siamo che quando si lavora per il bene degli altri, anche le forze della natura si coalizzano per fare in modo che i progetti si possano realizzare”.

“Abbiamo deciso di non tirarci indietro, mettendoci a disposizione e non sottraendoci al doveroso aiuto. L’eventuale fusione sarà però un discorso successivo. Prima di tutto dovranno crederci i soci. Poi dovrà essere convocato un tavolo tecnico insieme alla politica, alle organizzazioni sindacali e alle Confcooperative. Tutti, nel caso, dovremo fare la nostra parte perché bisognerà arrivare a un concordato e dovremo discutere con le banche per avere eventuali finanziamenti. Non è operazione facile, piò diventare eccezionale se la gestiamo bene ma c’è bisogno di tempo, voglia e coraggio”.