di Federico Latteri
Ci troviamo in Gallura, nella parte nord orientale della Sardegna, all’interno del territorio di Luogosanto, un’area caratterizzata da un suolo ricco di sabbie derivanti dal disfacimento delle rocce granitiche, da una rilevante presenza di boschi intervallati a fitta macchia mediterranea e da un clima soleggiato che si giova dell’azione rinfrescante della brezza marina e della vegetazione circostante.
Qui, verso la fine degli anni Duemila, la famiglia tedesca Gottesdiener fonda Siddùra, un’azienda vitivinicola giovane e dinamica che punta da subito all’alta qualità nel segno del territorio. La tenuta si estende per 220 ettari, di cui 40 vitati. Al suo interno si trovano la moderna cantina ipogea dotata di attrezzature all’avanguardia e altri edifici tra i quali c’è un antico fabbricato ristrutturato con molto buon gusto, dove trova spazio la sala degustazione.
Per realizzare l’ambizioso progetto di Siddùra è stato allestito un team con professionisti di alto livello come l’agronomo Luca Vitaletti e l’enologo Dino Dini, allievo di Giacomo Tachis. Si sono fatti importanti investimenti nel settore della ricerca e in breve tempo sono state messe a punto tecnologie innovative come la stazione meteorologica che consente di studiare nei dettagli il microclima e prevederne con precisione l’andamento e un sistema per il monitoraggio costante della fisiologia della vite, mediante il quale si può determinare in tempo reale il fabbisogno idrico.
Oltre al Vermentino, la varietà d’uva più importante (siamo all’interno della Docg Vermentino di Gallura), vengono coltivati il Carignano, il Cannonau, il Sangiovese, il Cabernet Sauvignon e il Moscato. Ogni anno in cantina vengono prodotte circa 300 mila bottiglie, divise tra le etichette di una gamma composta da tre Vermentino di Gallura Docg, diversi rossi, un rosato e un vino dolce.
Il Vermentino di Gallura Docg Superiore Maìa è probabilmente il prodotto più rappresentativo dell’azienda per il suo stretto legame con il territorio e perchè è stato il primo vino nato nelle cantine di Siddùra. Il suo nome, magia in dialetto gallurese, evoca la bellezza e l’unicità dei luoghi di provenienza. E’ ottenuto da uve Vermentino cento per cento provenienti da vigneti situati a 300 metri sul livello del mare. Il sistema di allevamento utilizzato è il cordone speronato con densità di impianto di 5.600 ceppi per ettaro e rese che si attestano intorno ai 65 quintali per ettaro.
Il processo di vinificazione inizia con la diraspatura, dopo la quale gli acini vengono raffreddati e poi lasciati in macerazione per 2-3 giorni a 2 gradi centigradi in serbatoi di acciaio inox per estrarre al meglio i precursori aromatici contenuti nelle bucce. Segue la pressatura e la fermentazione del mosto che si protrae per 20 giorni alla temperatura controllata di 15-16 gradi centigradi. Il vino ottenuto affina sulle fecce nobili per alcuni mesi per essere successivamente imbottigliato in primavera.
Nel calice il Maìa 2021 da noi degustato si presenta di colore giallo paglierino carico con riflessi verdolini. E’ ampio e intenso al naso con profumi di frutta gialla come pesca, ananas e melone, affiancati da un tocco floreale e da fini sentori di erbe aromatiche tipiche della macchia mediterranea. Il profilo olfattivo ricco e solare, ma anche nitido e pulito, lascia intuire sin dall’inizio l’ottima qualità di questo bianco. Al palato risulta tendenzialmente morbido in ingresso per poi distendersi in una progressione che si articola su una buona struttura e un gusto pieno e conduce ad un lungo finale salino. Completo e ben fatto, esprime chiaramente le caratteristiche del terroir. Bevetelo con i piatti di pesce, da quelli delicati a quelli dal gusto più intenso, oppure con antipasti e primi a base di verdure e ortaggi. Da provare anche con la cucina orientale.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Siddura
Località Siddura – Luogosanto (Ss)
T. 079 6573027
info@siddura.com
www.siddura.com
IL VINO IN PILLOLE