di Federico Latteri
Arpepe è uno dei grandi interpreti della Valtellina, un territorio estremo che ci regala vini unici, riconoscibili, frutto di una viticoltura eroica basata sul duro lavoro e sulle tradizioni di un luogo dove nulla è scontato.
L’azienda nasce nel 1860 come Pelizzatti, poi, nel 1973, sia il marchio che l’attività vengono ceduti. E’ Arturo Pelizzatti Perego (da cui l’acronimo Arpepe) che nel 1984 fa rinascere la cantina, iniziando un nuovo progetto che oggi è portato avanti dai suoi figli, Isabella, Emanuele e Guido.
(Emanuele, Isabella e Guido Pelizzatti Perego)
I vigneti, 15 ettari in tutto completamente inerbiti, sono distribuiti in tre sottozone del Valtellina Superiore Docg: Sassella, Grumello e Inferno. Sono situati su su ripidi pendii rocciosi nei quali trovano spazio piccoli terrazzamenti sorretti da muretti in pietra a secco. Tutte le lavorazioni vengono svolte a mano e per contrastare i parassiti si usa la lotta integrata, rivolgendo particolare attenzione all’impatto ambientale.
Si coltiva solo Nebbiolo, varietà localmente chiamata Chiavennasca. In cantina si segue il principio del “giusto tempo di attesa”: non ci sono protocolli standardizzati, ma si fanno lunghi affinamenti, durante i quali si cerca di capire quando il vino è pronto e riesce ad esprimere al meglio il terroir. Bellissima la cantina ipogea interamente scavata nella montagna.
Vengono prodotte circa 100 mila bottiglie l’anno. La gamma di etichette è composta da numerose referenze di rossi della Valtellina, ma non tutti i vini vengono prodotti ogni anno, si decide in base alla qualità della vendemmia. Le selezioni sono rigorose e le scelte vanno sempre nella direzione della qualità, a costo di non uscire con nessun vino, come è accaduto con la pessima vendemmia 2008.
Degustiamo il Valtellina Superiore Docg Sassella Stella Retica 2015, un rosso che affascina con le sue delicate sfumature e rasserena grazie al suo tocco piacevole e garbato. E’ ottenuto da uve Chiavennasca (Nebbiolo) provenienti da vigneti di circa cinquant’anni di età, situati ad altitudini comprese tra 400 e 600 metri sul livello del mare ed esposti a sud est. La vendemmia è stata effettuata il 22 ottobre con l’impiego di piccole cassette. Le rese si sono attestate intorno ai 45 ettolitri per ettaro. La vinificazione prevede fermentazione spontanea e una lunga macerazione che si protrae per 120 giorni in tini troncococnici di legno da 50 ettolitri. Il vino matura per 18 mesi in tini e botti da 50 ettolitri, poi affina in cemento e infine in bottiglia per circa un anno.
Il Sassella Stella Retica attrae subito l’attenzione con il suo colore rosso granato scarico e la sua particolare limpidezza. All’olfatto è elegante e si svela un poco alla volta, mostrando un carattere nobile e leggermente austero. Distinguiamo profumi di frutta rossa, soprattutto ciliegia, note floreali scure di violetta leggermente appassita, un fine tocco di legno di cedro e un cenno ferroso che richiama un po’ la roccia. Il sorso è molto fresco, snello, ben articolato, equilibrato, decisamente minerale e lungo. Ben presenti, integrati e levigati i tannini. Gusto preciso, profilo sobrio, verticalità e grande bevibilità fanno di questo rosso un ottimo esempio di Nebbiolo di montagna. Provatelo con i primi piatti saporiti della cucina di terra, le preparazioni a base di funghi, carni bianche e rosse, salumi importanti e formaggi semi stagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Arpepe
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IL VINO IN PILLOLE