di Federico Latteri
La Calabria è una regione che sta pian piano crescendo dal punto di vista della qualità dei vini. Grazie ad aziende come Tenute Ferrocinto.
Siamo in provincia di Cosenza. La strada tracciata sembra essere quella giusta. Ma gli inizi sono costellati da tante incognite, seppur con grandi aspettative. In azienda, così, si decide di utilizzare i terreni di proprietà situati in un luogo incontaminato dove si trova la cantina: il territorio del Pollino. L'azienda ha origini antichissime. Il suo nome si deve ad un edificio dalla caratteristica forma di fortino, con pianta quadrangolare e torri semicircolari disposte agli angoli, ubicato sulla sommità di una collina sita nel centro della proprietà. Costruita nel 1847 dal Barone Girolamo Salicuti nei terreni siti ai piedi del Massiccio del Pollino, oggi parco naturale, Ferrocinto è divenuta nel tempo “faro” di un’agricoltura dedita alla coltivazione degli alberi da frutta e solo ultimamente convertita per una piccola parte alla viticoltura.
I terreni che circondano l’azienda, sono per l’85% utilizzati per la coltivazione di alberi da frutta e per il 15% in vigneti, circa 40 ettari. Le vigne sono tutte a regime biologico. E' stato da poco effettuato un nuovo impianto da dieci ulteriori ettari. L'azienda produce circa un milione di bottiglie principalmente da Magliocco canino, Aglianico e Mantonico, non rinunciando anche a vitigni internazionali.
L'azienda, di proprietà della famiglia Salituri, è gestita da Luigi Nola. L’azienda si serve di Marco Monchiero come consulente esterno e Stefano Coppola come enologo interno, entrambi intenti a sfruttare appieno quelle vigne ubicate su terreni ricchi di ferro e magnesio che conferiscono al paesaggio un colore rossiccio e garantiscono una bella spinta nei loro vini.
Degustiamo il Terre di Cosenza Dop Pollino Bianco 2017. E’ fatto con uve Mantonico provenienti da un vigneto piantato nel 2002 e coltivato in biologico, situato ad un’altitudine di circa 550 metri sul livello del mare. La vendemmia viene effettuata nella prima decade di ottobre, utilizzando piccole cassette al fine di mantenere più integri possibile gli acini che poi vanno incontro a pressatura soffice sotto azoto. Non vengono usati lieviti selezionati poiché si cerca la migliore e più fedele espressione di vitigno e territorio.
La fermentazione avviene a temperatura controllata non superiore a 16 gradi e il successivo affinamento sui lieviti ha una durata di circa 6 mesi. Il vino si presenta limpido, di colore giallo paglierino di media intensità. Ha un naso delicato e pulito con profumi di pera, frutta esotica e un cenno floreale. Segue un sorso fresco, discretamente ampio e equilibrato, provvisto di un finale leggermente salino e buona persistenza. Ottima la corrispondenza gusto-olfattiva che mette in evidenza il profilo fruttato. E’ un bianco sobrio e ben fatto che difficilmente stanca grazie alla sua armonia. Accompagna bene diversi piatti della cucina di mare come, ad esempio, un dentice o un’orata al forno, oppure primi piatti o zuppe dal gusto delicato. Da provare con la mozzarella di bufala o con la burrata.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Ferrocinto
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Tel. +39 0981 415100
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IL VINO “IN PILLOLE”