di Federico Latteri
Nino Negri è senza dubbio il nome più conosciuto al mondo quando si parla di vitivinicoltura valtellinese. La cantina fu fondata nel 1897 e per più di sessant’anni venne gestita dalla famiglia Negri.
Fu poi venduta alla società svizzera Winefood che infine la cedette al Gruppo Italiano Vini nel 1986. Oggi la filosofia aziendale è incentrata sulla produzione di vini di alta qualità in un territorio unico come la Valtellina, dove si lavora su terrazzamenti sorretti da muretti in pietra a secco, localizzati in un’area a forte pendenza tra la vallata e l’alta montagna.
Si tratta di un perfetto esempio di viticoltura eroica. La varietà di uva più importante e maggiormente diffusa è il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca. I vigneti di proprietà sono distribuiti in diverse sottozone per un totale di 31 ettari così divisi: 2 di Sassella, 11 di Grumello, 11 di Inferno e 7 di Valgella. A questi se ne aggiungono altri 125 gestiti direttamente.
La guida tecnica è affidata a Danilo Drocco, enologo piemontese di grande esperienza che nel 2018 ha sostituito Casimiro Maule, uno dei maggiori artefici dello sviluppo della Nino Negri. Annualmente vengono prodotte 800 mila bottiglie. La gamma di etichette, molto articolata, è composta da numerose referenze delle denominazioni del territorio, soprattutto della Docg Sforzato di Valtellina e della Docg Valtellina Superiore con le varie sottozone.
Degustiamo lo Sforzato di Valtellina Docg Sfursat Carlo Negri, un vino ricco e strutturato che viene prodotto solo nelle annate favorevoli e in quantità molto limitata. E’ ottenuto da uve Chiavennasca cento per cento provenienti da vigneti esposti a sud, situati ad altitudini comprese tra i 300 e i 550 metri sul livello del mare lungo la sponda destra dell’Adda. Le viti, allevate a guyot modificato ad archetto, sono piantate su un terreno franco sabbioso poco profondo. La vendemmia viene eseguita manualmente da fine settembre con l’utilizzo di piccole cassette. Successivamente, i grappoli sono sottoposti ad un appassimento naturale che comporta una perdita di peso di circa il 30 per cento. La vinificazione ha luogo a inizio gennaio e prevede una fermentazione alcolica a temperatura controllata con 15-20 giorni di macerazione. Il vino matura in grandi botti di rovere francese per 24 mesi.
Il 2016 presenta un colore rosso granato abbastanza carico. E’ intenso e variegato all’olfatto con profumi di piccoli frutti maturi, confettura di prugna, fini sentori di spezie e un cenno di tostatura. Riscontriamo una ricchezza gustativa importante grazie ad un sorso pieno, caldo, avvolgente, strutturato e molto persistente. E’ evidente una grande presenza di frutto. I tannini, fitti e robusti, sono già ben levigati, ma con il tempo si ammorbidiranno ulteriormente. Molto buono l’equilibrio generale, considerando anche l’elevato grado alcolico. Consigliamo l’abbinamento con preparazioni a base di carni rosse come arrosti, bolliti, brasati e stracotti, con selvaggina o con formaggi stagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Nino Negri
Via Ghibellini, 3
23030 Chiuro (So)
tel. +39 0342 485211
n.negri@giv.it
www.ninonegri.net
IL VINO IN PILLOLE