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Vino della settimana

Vino della settimana: Rosso del Levriero di Cambria

10 Luglio 2012
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Nero d'Avola e Syrah. Parliamo di quest'ultimo.

E' un vitigno ormai internazionale a tutti gli effetti, viene coltivato un pò, anzi molto, dovunque ed è il vitigno principe della valle del Rodano e dell'Australia. Da dove proviene? Secondo alcuni dall'Iran, dalla quasi omonima città di Shiraz, comunque dal medio oriente, secondo altri dalla Sicilia perchè il suo nome ha tanta assonanza con la nostra Siracusa. Noi non gli chiediamo l'estratto di nascita ma possiamo solo certificare che reintrodotto in Sicilia solo da pochi decenni, si è moltiplicato invasivamente come la gramigna raggiungendo ormai circa 5.000 ha e diventando il secondo vitigno rosso dopo il Nero d'Avola. Significa che, autoctono o no, si è talmente trovato bene nell'isola da farla diventare casa sua. Ci piace pensarlo come un figliol prodigo, un figlio che giovanissimo ha lasciato la sua terra, ha girato il mondo dove ha mietuto grandi successi, e che poi è tornato nella terra natia e vi si è stabilizzato trovando le sue radici e la sua residenza ideale.
Del Nero d'Avola sapete già tutto e per quei pochi che l'avessero dimenticato suggeriamo una ricerca nel passato della nostra rubrica settimanale. I due vitigni vanno spesso d'accordo, magari in percentuali diverse, in quanto il Syrah aggiunge  al vino struttura ed eleganza, tannini molto morbidi, sentori di pepe nero.
Con tale formazione, al fifty-fifty, abbiamo assaggiato il Rosso del Levriero 2009 dell'azienda Cambria di Furnari (ME) condotta dai fratelli Franco e Nino e dalla di lui consorte Nancy. Il nome è legato alla leggenda che lega Ruggero II d'Altavilla al suo levriero e all'origine del baronato di Furnari. La potete leggere nel loro sito web. L'azienda vinifica solamente uve proprie per un totale di circa 100.000 bottiglie. Colloca il Rosso del Levriero tra le eccellenze e le uve sono coltivate nei migliori terreni aziendali in contrada Mastronicola. Vigne di circa venti anni, allevate a guyot, con drastica potatura verde che porta le rese a soli 50 q/ha. Le uve, raccolte manualmente verso la fine di agosto, macerano per 18 giorni con rimontaggi giornalieri e dopo svinatura e pressatura soffice il vino riposa per 14 mesi in barriques e per altri 8 in bottiglia.

Il colore è rosso granato, quasi impenetrabile. Al naso con bicchiere fermo spiccano le amarene, non quelle sciroppate bensì fresche, appena colte dall'albero. Ossigenandolo, alle amarene si accompagnano le ciliege, i piccoli frutti rossi, un tabacco profumato da pipa, la speziatura nera, poca liquirizia e con piacevole sorpresa la vaniglia è appena presente, quasi inavvertibile. Una bella intensità e una franchezza assoluta.
Al palato si rivelano tannini molto lievi, quasi dolci. Colpisce l'estrema morbidezza unita ad un corpo vigoroso e ad un'armonia geometrica. Questa volta predominano i frutti rossi che permangono molto a lungo. Un vino da salotto, di grande piacevolezza, da sorseggiare in compagnia.
I suoi 14° si accompagnano ad un piatto di rigatoni al ragù di salsiccia e finocchietto selvatico, ad uno spezzatino rosso con patate o ad un semplice panino con prosciutto di Parma.
Le 7.000 bottiglie le comprate a  22 euro, ciascuna naturalmente.

Casa Vinicola Cambria
Contrada San Filippo
98054 Furnari (Me)
tel. 0941 840214
www.cambriavini.com

Recensioni
di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino