di Federico Latteri
Castello Monaci è l'azienda salentina del Gruppo Italiano Vini. La grande proprietà è composta da tre tenute.
La più estesa è quella di Salice Salentino, dove si trovano140 ettari di vigneti che circondano lo splendido castello che dà il nome alla cantina e edifici più moderni dove hanno sede il centro produttivo con strutture all'avanguardia per la vinificazione e un'enorme barricaia e l'importante museo del vino.
(Castello Monaci)
Qui, su un suolo argilloso con abbondante presenza di tufo, vengono coltivate varietà autoctone come Primitivo, Malvasia Nera di Lecce e Negroamaro e alloctone come Syrah e Chardonnay. La tenuta di Trepuzzi è costituita da 10 ettari vitati, tutti di Primitivo, che si estendono intorno all'antica Masseria Vittorio. Il terreno rosso ricco di ferro e le metodiche artigianali di lavorazione permettono di ottenere da quest'area vini eleganti dalla forte personalità.
Infine, in prossimità della costa e a qualche chilometro da Brindisi, si trova la Masseria Flaminio con 60 ettari nei quali ci sono vitigni a bacca bianca, soprattutto Verdeca, Fiano e Chardonnay, accanto a piccole parcelle destinate a sperimentazione e ricerca. I terreni sabbiosi contribuiscono alla sapidita e alla mineralità che troviamo nei bianchi provenienti da questa zona.
(La cantina)
Il nucleo originario di Castello Monaci risale al 1400, mentre la moderna cantina fu realizzata nel 1970 da Maria Provenzano e dal marito Enzo Memmo, genitori di Lina, moglie di Vitantonio Seracca Guerrieri, presidente dell'azienda per molti anni che ha da poco passato la mano al figlio Luigi. Oggi i cardini della filosofia produttiva sono l'interpretazione delle tipicità del terroir salentino e la sostenibilità ambientale con grande attenzione rivolta alle fonti energetiche, ai vari cicli di lavorazione e alla biodiversità. Sono circa 2 milioni le bottiglie che vengono immesse sul mercato ogni anno.
Degustiamo il Primitivo Salento Pilùna 2017, un rosso figlio dei fertili suoli e del caldo sole di questa parte della Puglia. Il suo nome deriva dal termine utilizzato nel Griko, antica lingua del luogo, per indicare i contenitori di tufo dove un tempo si conservava il vino. Le uve provengono da vigneti ad alberello e cordone speronato situati a 30 metri sul livello del mare nel territorio di Salice Salentino. Vengono vendemmiate in parte a mano e in parte a macchina nelle prime ore del mattino, lontano dai momenti più caldi della giornata. La vinificazione prevede una fermentazione alcolica a temperatura controllata con macerazione sulle bucce per 14 giorni e numerosi rimontaggi. Dopo aver svolto la malolattica, una parte del vino matura in barrique francesi di secondo e terzo passaggio, mentre il resto affina in acciaio.
Nel calice il Pilùna offre un colore rosso rubino abbastanza carico. Ha un naso di buona intensità caratterizzato da profumi di amarena matura e prugna, accompagnati da note vanigliate e tenui sentori di pepe bianco. Il sorso è strutturato, discretamente morbido, equilibrato e persistente con un finale graduale e fruttato. E' sicuramente un prodotto ben fatto con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Può essere abbinato a primi piatti dal sapore ricco, arrosti di carne e formaggi a media o lunga stagionatura.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Castello Monaci
Via Case Sparse, Contrada Monaci – Salice Salentino (Le)
t. +39 0831 665700
castello.monaci@giv.it
www.castellomonaci.it
IL VINO IN PILLOLE