di Federico Latteri
Siamo a Pantelleria, l’isola siciliana in provincia di Trapani. La famiglia Minardi è stata tra quelle visionarie in Sicilia e soprattutto da queste parti per la produzione di vini di qualità.
Andrea era ancora un bambino quando il padre Leonardo decise di fondare la cantina a Karuscia, dove si trova ancora oggi. La visione del padre si rivelerà esatta: acquista attrezzature e perfino il primo impianto di imbottigliamento nei primissimi anni ’70 quando ancora in Sicilia chi imbottigliava si poteva contare sulle dita di una mano e quando sull’isola si producevano circa 400 mila quintali di uva e a vinificare erano meno di dieci aziende.
(Andrea Minardi)
Nella sua cantina si ammassavano circa 15 mila quintali di uva e si produceva il Moscato Passito, il Vino Zibibbo, il Passito secco e altro ancora. Da quei fiorenti anni ’70 tante cose sono cambiate, la produzione di uva è crollata, le aziende si sono moltiplicate e susseguite, ma la passione quella che animava Leonardo prima e Andrea dopo, oggi anima i suoi figli Leonardo, Emilio, Francesca e Alessandro, che con modalità e ruoli diversi ruotano intorno all’azienda di famiglia, custodendola e proteggendola come fosse un piccolo gioiello. I vigneti si estendono per 5 ettari (tre sono di proprietà, due in conduzione), per una produzione media di 20 mila bottiglie l’anno. La gamma dei vini è composta da 5 etichette.
(Francesca Minardi)
Abbiamo degustato il Passito di Pantelleria Dop Karuscia 2015, il prodotto che più rappresenta le tradizioni vitivinicole dell’Isola. E’ fatto con uve Zibibbo in purezza provenienti da vigneti situati a 50 metri sul livello del mare nella parte settentrionale di Pantelleria. Le viti, allevate ad alberello strisciante pantesco, si trovano su un suolo sassoso con prevalenza di basalti. La vendemmia viene effettuata tra agosto e settembre. In cantina viene eseguita una fermentazione con lieviti selezionati a temperatura controllata e una successiva macerazione con l’uva appassita naturalmente al sole che si protrae per un tempo variabile da 10 a 30 giorni. Il vino ottenuto affina per almeno 3 anni in vasche di acciaio inox e poi per 6 mesi in bottiglia.
Versato nel calice, presenta un colore giallo ambrato. E’ ricco, intenso e variegato all’olfatto con profumi di datteri, uva passa, fichi secchi, canditi, un tocco di miele e sentori di nocciola tostata. Il sorso è pieno, denso, strutturato e caldo. Riscontriamo un’ottima armonia grazie alla quale il Karuscia non risulta mai pesante, nonostante la notevole concentrazione e l’importante residuo zuccherino. Molto lunga la persistenza. Si abbina bene con la pasticceria secca, oppure con i formaggi stagionati e con quelli erborinati. E’ ottimo anche da solo, a fine pasto o come vino da meditazione.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Minardi
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IL VINO IN PILLOLE