di Federico Latteri
Feudi del Pisciotto fa parte dei Domini Castellare di Castellina (Dcc), gruppo di prestigio del vino italiano di proprietà dell’editore Paolo Panerai, nel quale troviamo anche la cantina del Chianti Classico Castellare di Castellina, la maremmana Rocca di Frassinello e Gurra di Mare, situata a Porto Palo di Menfi nell’agrigentino.
Siamo nella parte sud orientale della Sicilia, nel territorio di Niscemi in provincia di Caltanissetta, nelle immediate vicinanze della riserva naturale Sughereta e a circa 7 chilometri dal mare. La proprietà, derivante da uno storico feudo del ‘700, si estende per 187 ettari, di cui 43 vitati, ad un’altitudine compresa tra 100 e 300 metri sul livello del mare. Nei vigneti sono presenti varietà autoctone come Nero d’Avola, Frappato e Insolia, accanto a vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Pinot Nero e uve non comuni da queste parti come Semillon e Gewurztraminer.
Il cuore della tenuta è un antico fabbricato con un palmento sapientemente restaurato accanto al quale è stata costruita una moderna cantina provvista di attrezzature all’avanguardia. Inoltre, parte della struttura è stata trasformata in uno splendido e suggestivo relais con 15 camere e un ristorante. Annualmente vengono prodotte circa 500 mila bottiglie, divise tra le linee Feudi del Pisciotto – che si distingue per le etichette disegnate da famosi stilisti di moda italiani come Giambattista Valli, Versace, Ferrè, Missoni, Carolina Marengo e Stephan Janson – e Fico, più il Davolarosa, uno spumante rosato da uve Nero d’Avola e due prestigiosi rossi, il Moro di Testa e L’Eterno, Pinot Nero in purezza il cui nome deriva dalla scultura di Giacomo Serpotta restaurata grazie al finanziamento dall’azienda.
Degustiamo il Moro di Testa 2019, nuovo cru aziendale che rappresenta una delle punte di diamante della produzione. Particolare l’etichetta che evidenzia legame con il territorio siciliano attraverso l’immagine del Moro, figura tratta da una scultura di Giacomo Alessi, famoso ceramista di Caltagirone. E’ fatto con Syrah per il 90 per cento più un 10 per cento di Nero d’Avola. Le uve provengono dai vigneti di Piano Spineto, l’area situata a 270 metri sul livello del mare, che costituisce la parte più alta di Feudi del Pisciotto. Le viti sono allevate a guyot su un terreno di medio impasto ricco di scheletro. La densità d’impianto è di 5.900 ceppi per ettaro, mentre le rese si attestano intorno ai 70 quintali per ettaro.
Il 2019 ha visto un inverno regolare, una primavera un po’ ritardata e un’estate piuttosto calda con temperature nella media. Questo andamento climatico e le notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte durante la maturazione hanno fornito uve sane, provviste di una ricca carica aromatica. La vendemmia ha avuto luogo nella seconda metà di agosto. La vinificazione viene effettuata in serbatoi diacciaio inox. Il vino matura per 12 mesi in barrique nuove e poi affina in bottiglia per almeno 6 mesi prima di essere messo in commercio.
Nel calice il Moro di Testa si presenta di colore rosso rubino, scuro e carico. E’ fine e complesso all’olfatto con profumi di frutta rossa matura, piccoli frutti scuri, un lieve cenno floreale e sentori tanto delicati quanto variegati di spezie dolci e pepe nero che caratterizzano molto il bouquet. Il sorso è ampio, avvolgente, ben strutturato, persistente e provvisto di tannini fitti e vellutati. Non manca una buona acidità. Intenso il gusto che risulta arricchito dalle note di cassis che tornano al retronaso. Si tratta di un rosso che riesce ad esprimere il suo carattere solare con eleganza e giusta misura, risultando piacevole e mai eccessivo. Bevetelo con i piatti a base di carni rosse, l’agnello al forno, i primi della cucina di terra dal gusto ricco e i formaggi stagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Feudi del Pisciotto
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