di Federico Latteri
L’azienda guidata oggi dai giovanissimi fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano si trova a Partinico in provincia di Palermo.
I due hanno dato vita nel 2020 ad un nuovo corso, facendo rinascere una cantina fondata nel 1970 e presente con le proprie bottiglie sul mercato dal 2006, che, però, negli anni successivi aveva attraversato una fase di stop produttivo. Oggi Francesco e Giuseppe, animati da una grande passione e dalla voglia di intraprendere un progetto che guarda al futuro con nuove ideee, ma che ha anche solide radici nel passato familiare, producono vini secondo alti standard qualitativi, rivolgendosi alle esigenze dei mercati più qualificati con un occhio di riguardo per i consumatori attenti, soprattutto giovani.
(I fratelli Brugnano)
I vigneti, circa 90 ettari in tutto, sono distribuiti tra il territorio di Partinico (15 ettari in contrada Mirto e 4 in contrada Milioti) e quello di Alcamo (70 ettari), coprendo un range di altitudini che va da 300 a 650 metri sul livello del mare. In essi sono presenti sia varietà autoctone che vitigni internazionali. Il cuore dell’azienda è la cantina di Partinico, dove i visitatori possono osservare le varie fasi dei processi di vinificazione e degustare i vini nella suggestiva sala sotterranea ricavata all’interno delle antiche cisterne.
Importante per lo sviluppo del nuovo progetto la collaborazione dell’enologo Angelo Rubino e di Maurizio Gandolfo, manager e direttore commerciale. Attualmente la produzione complessiva sfiora le 200 mila bottiglie l’anno. Varia la gamma di etichette con ben 19 referenze. Il Metodo Classico Brut 2020 rappresenta una novità assoluta per Brugnano che così fa il suo ingresso anche nel mercato dei vini spumanti di alto profilo.
E’ fatto con Catarratto Lucido più una piccola percentuale di Chardonnay. Le uve provengono da vigneti impiantati nel 2012 che si estendono sulle pendici del Monte Mirto a Partinico. Ci troviamo ad un’altitudine di 650 metri sul livello del mare con esposizione nord. Le viti sono allevate a spalliera con potatura a guyot, la densità d’impianto è di 4.500 ceppi per ettaro e le rese si attestano intorno ai 70 quintali per ettaro. La vendemmia ha luogo durante la prima decade di agosto. La vinificazione prevede pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata. Il vino ottenuto viene spumantizzato secondo il Metodo Classico con una rifermentazione in bottiglia che prevede un periodo di affinamento sui lieviti di almeno 28 mesi.
Il campione da noi degustato è stato sboccato nel dicembre 2022, anche se una quota della produzione (1.000 bottiglie) riposa ancora sui lieviti. Moderato il dosaggio con un residuo zuccherino finale di 7 grammi per litro (si tratta di un Brut). Versato nel calice, il Metodo Classico 2020 offre un colore giallo paglierino molto vivo e un perlage fine, diffuso e persistente. L’esame olfattivo svela un bouquet delicato nel quale profumi di frutta a polpa bianca e sentori agrumati che richiamano il lime sono arricchiti da sottili note floreali e da un leggero cenno affumicato.
Il sorso è molto fresco, agile, ben calibrato nella struttura e lungo. Non mancano accattivanti morbidezze e una certa cremosità che si inseriscono con armonia in una fisionomia tendenzialmente verticale. Al retronaso torna l’agrume, mentre in chiusura sono presenti una buona sapidità e un tocco ammandorlato. E’ un Metodo Classico piacevole e facile da bere che sarà perfetto per l’aperitivo, ma che è anche in grado di accompagnare un intero pasto. Può essere abbinato a tantissimi piatti della cucina di mare, da antipasti a base di molluschi e crostacei a primi e secondi dal gusto delicato. Da provare anche con le pietanze leggere della cucina di terra.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
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