di Federico Latteri
Emilio Vada è una piccola e giovane azienda dell’astigiano gestita da una famiglia che si occupa di viticoltura da quattro generazioni.
Inizialmente le uve prodotte venivano vendute, ma recentemente Emilio, 29 anni con studi alla Scuola Enologica di Alba, spinto da una forte passione per la vitivinicoltura, ha deciso di iniziare a vinificare e realizzare le proprie etichette. I vigneti si estendono per venti ettari tra le provincie di Asti e Cuneo, nei comuni di Coazzolo e Mango. Ci troviamo leggermente a est rispetto alla zona della Docg Barbaresco. Oggi solo una piccola parte dei vigneti, circa due ettari, viene vinificata, tutto il resto va ad altre cantine, ma l’obiettivo è quello di impiegare in futuro buona parte o la totalità delle uve per i propri vini.
(Emilio Vada)
L’approccio alla viticoltura è basato sulla cura costante delle viti con grande attenzione verso ogni minimo particolare. Viene usata la lotta guidata, cioè un sistema che prevede interventi minimi solo quando è strettamente necessario. La filosofia aziendale è rivolta al rispetto del terroir. Per questo motivo i vini non inseguono nessuna moda, ma sono semplici e dirette espressioni delle tipicità e delle tradizioni dei luoghi da cui provengono. A questo si unisce anche la voglia di sperimentare per migliorare sempre di più i risultati ottenuti.
Le bottiglie prodotte annualmente sono 20 mila, divise in una gamma di etichette costituita da diverse referenze: un Moscato d’Asti Docg che rappresenta la parte quantitativamente più rilevante, un Dolcetto d’Alba Doc, un Langhe Nebbiolo Doc e una Barbera d’Asti. Inoltre, in autunno uscirà in quantità molto limitata, solo 1.200 bottiglie, un Langhe Nebbiolo maturato in barrique di rovere. Abbiamo apprezzato molto il Langhe Nebbiolo Doc Cua Rusa 2016, un rosso ben fatto, dotato di incisività espressa in modo discreto.
Non è mai eccessivo, ma delicato e piacevole. Cua Rusa è il nome del vigneto che significa coda rossa, probabilmente perché qui in passato era facile incontrare le volpi. Le viti hanno un’età compresa tra 35 e 45 anni e crescono su un terreno calcareo franco-argilloso. Le rese sono mantenute basse, intorno ai 50 ettolitri per ettaro. La vendemmia viene effettuata manualmente durante la prima decade di ottobre, poi la fermentazione è fatta a cappello emerso con il sistema di rimontaggio tradizionale in vasche d’acciaio, dove il vino resta ad affinarsi per alcuni mesi.
Il vino si presenta limpido, di colore rosso rubino un po’scarico. All’olfatto è nitido e variegato con sentori floreali, piccoli frutti rossi e una tenue e accattivante speziatura. Segue un sorso schietto, fresco, di buona struttura, provvisto di tannini ben smussati che svolgono perfettamente la loro azione detergente sul palato, senza mai dare una sensazione di forte astringenza. Buona la persistenza e ottimo l’equilibrio che ne favorisce la bevibilità. E’ molto versatile negli abbinamenti, può accompagnare salumi, formaggi freschi o semi-stagionati, primi piatti, preparazioni a base di carni bianche, ma anche rosse dal sapore non troppo intenso. Ne vengono prodotte poco più di 3 mila bottiglie che si trovano in enoteca al prezzo di 18 euro.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Emilio Vada
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