di Federico Latteri
Omina Romana nasce nel 2007 per iniziativa di Anton Borner, importante manager e imprenditore tedesco che, mosso dalla volontà di portare in una nuova dimensione un territorio con 2.700 anni di tradizione vitivinicola, dà il via ad un grande progetto rivolto alla produzione di vini di altissima qualità.
Ci troviamo nei pressi di Velletri, sui Colli Albani, all’interno dell’area dei Castelli Romani. I vigneti, 80 ettari in un blocco unico, distano 25 chilometri dalla costa e si estendono ad un’altitudine di circa 200 metri sul livello del mare. Il clima molto particolare che risente sia dei venti marini che di quelli provenienti dalle montagne, le notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte e il terreno di origine vulcanica sono gli elementi di un terroir in grado di dare vini dal carattere unico. Vengono coltivate varietà a bacca bianca (40 per cento della produzione) come Viognier, Petit Manseng, Bellone, Incrocio Manzoni, Chardonnay e varietà a bacca rossa (60 per cento) come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Cesanese.
Si pratica una viticoltura rispettosa del territorio per poter ottenere dai vari vitigni le loro massime espressioni. In cantina si usano tecnologie all’avanguardia con molta cura e attenzione, senza forzature, né fretta. Si dà ai vini il giusto tempo affinchè possano raggiungere i livelli qualitativi desiderati. Così si ottengono eleganza, armonia e complessità, caratteristiche che vengono costantemente ricercate e che permettono ai bianchi e ai rossi di Omina Romana di distinguersi e di essere apprezzati ovunque.
Oggi l’azienda è gestita da Katharina Börner che con passione si dedica a questa attività a tempo pieno con l’appoggio dell’intera famiglia. Sono circa 3oo mila le bottiglie prodotte annualmente. La gamma dei vini conta diverse referenze raggruppate in due linee, la Omina Romana e la Ars Magna che comprende le etichette premium. Ci è piaciuto molto il bianco Hermes Diactoros II 2020, un vino nel quale si legge chiaramente l’alta qualità della materia prima e la tecnica di vinificazione ineccepibile.
E’ fatto con uve Viognier per il 61 per cento, più un 19 per cento di Bellone, un 10 per cento di Petit Manseng e un 10 per cento di Incrocio Manzoni. I vigneti presentano una densità d’impianto di 5.800 ceppi per ettaro, mentre le rese si attestano sui 70 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata durante la prima settimana di settembre. La vinificazione si svolge in serbatoi di acciaio inox, dove, successivamente, il vino affina per circa 6 mesi. Prima dell’immissione in commercio è previsto un periodo di permanenza in bottiglia di almeno 2 mesi.
Versato nel calice, l’Hermes Diactoros II offre un colore giallo dorato, chiaro e brillante. All’olfatto sono evidenti finezza, grande pulizia e buona intensità: profumi di pesca, albicocca e frutta esotica risultano impreziositi da un cenno mielato e da un tocco mentolato che dona una particolare freschezza al bouquet. Il frutto appare maturo e definito con cura. Il sorso è preciso, ben calibrato nella struttura, sapido e lungo. Non manca la giusta acidità. La spinta aromatica della frutta a polpa gialla avvolge il palato e, nello stesso tempo, viene snellita da una decisa mineralità che dà slancio, caratterizzando molto il profilo di questo bianco. In conclusione potremmo dire che si tratta di una riuscita combinazione di stile e piacevolezza. Può essere abbinato a diversi piatti della cucina di mare, dai primi con molluschi e crostacei a un pesce al forno. Provatelo anche con le ricette a base di verdure e ortaggi o con i formaggi freschi.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Omina Romana
Via Fontana La Parata, 75
Velletri (Rm)
T. 06 96430193
info@ominaromana.com
www.ominaromana.com
IL VINO IN PILLOLE