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Vino della settimana

Vino della settimana: Grillo di Ajello

17 Novembre 2012
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Grillo in purezza. Ecco un altro ottimo esemplare di uno dei vitigni bianchi autoctoni siciliani più meritevoli di essere sempre più valorizzato e capace di dare vini freschi, profumati, intensi, di grande armonia, ricchi di corpo e di mineralità.

Insomma vini di grande piacevolezza e poiché dalle analisi di laboratorio e dall'esperienza si manifesta un'ottima resistenza alle ossidazioni saranno anche vini longevi, adatti all'invecchiamento. Particolarmente diffuso nella Sicilia occidentale costituisce la base del Marsala DOC. Le origini del Grillo non sono antichissime, se ne parla per la prima volta nel 1873 e secondo alcuni proviene dalla Puglia. I suoi acini giallo-verde spesso pruinosi sono abbastanza grossi e con contenuto zuccherino elevato che spesso si trasmette in un grado alcolico sopra la media.

L'azienda Ajello esiste dal 1860 e oggi, dei suoi 125 ettari, 68 sono a vigneti degli autoctoni Grillo, Catarratto, Inzolia, Nero d'Avola, Zibibbo e dei più diffusi vitigni internazionali, con una produzione di 300.000 bottiglie suddivise in 9 etichette, commercializzate per un terzo in Italia e il restante all'estero con prevalenza dell'Europa. Tutti i terreni ricadono nel “Casale Bizir” l'antico feudo che diede ricchezza all'arcivescovado di Mazara.

Ormai dei vecchi alberelli praticamente non c'è più traccia e da 25 anni in poi sono stati realizzati moderni vigneti a spalliera con potatura Guyot. Gli innesti sono stati ricavati da selezione clonale derivata da un antico vivaio di proprietà. In vigna la conduzione è pressoché naturale tanto che l'attuale capo famiglia Salvatore si definisce semplice custode della qualità che il territorio riesce a conferire alle uve. Oggi ha limitato l'attività aziendale al vino e al seminativo, visto la sempre eterna difficoltà economica del settore agricolo.

Il nostro Grillo 2011 è un vino pronto, giovane, da uve raccolte a settembre. L'enologo è Diego De Filippi, siciliano nonostante il cognome, che segue la vinificazione, veloce ma particolare. Dopo la diraspatura mosto e bucce macerano insieme per qualche ora per poi passare alla pressatura pneumatica in saturazione di azoto che dura poco meno di due ore. Dopo la fermentazione alcolica con lieviti selezionati il vino affina in assenza delle fecce in acciaio per 3 mesi e in bottiglia per circa altri 3.

Nel calice il colore è giallo paglierino e al naso arriva con un'ondata intensa di frutta, prima tropicale con l'ananas e la papaya poi con gli agrumi seguiti da un ricco bouquet floreale dove si distinguono la viola e il glicine; un olfatto elegante, franco, equilibrato. Al gusto corre prepotente il fruttato che si rivela poi sapido e minerale con un bel corpo sostenuto dai 13,5° alcolici. Un lungo finale con una lieve nota amara lascia la bocca asciutta. Anche al palato è un vino armonico, fragrante, un vino che rispetta, valorizzandole, le caratteristiche proprie dell'uva.
 
Da abbinare ai crostacei e, visto che è la stagione, ad un lampuga, che preferiamo col nome siculo di capone, cotto al vapore.
Una produzione di 120.000 bottiglie che in enoteca si può trovare a 6 euro, a dimostrazione che si può bere giornalmente dell'ottimo vino senza far piangere le tasche.

Azienda Agricola Ajello
Contrada Giudeo
90125 Mazara del Vallo
amministrazione Palermo
tel. 091 309107
www.ajello.it

Recensioni
di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino