Fare vino in Sicilia. Se ti trovi nella parte occidentale è difficile ignorare il Catarratto, il vitigno a bacca bianca più diffuso in assoluto, quello che nel tempo è stato anche più bistrattato, costretto pure a una nuova identità (ora si può chiamare con un sinonimo Lucido).
Nonostante tante traversie il Catarratto è più in forma che mai. Ed è destinato a diventare uno dei player della vitivinicoltura siciliana: già spuntano i primi segnali di attenzione da parte della critica più snob. Quindi aspettiamoci un piccolo risorgimento per questo vitigno. Questa premessa è doverosa per presentare l’azienda Di Bella che proprio sul Catarratto ha deciso di puntare in modo deciso. Ne sentiremo parlare anche perché l’azienda ha avviato importanti sperimentazioni in sinergia con l’università di Palermo coinvolgendo giovani ricercatori. E produce più versioni di Catarratto.
(Sebastiano Di Bella)
I vigneti si trovano tra 400 e 600 metri sul livello del mare. Siamo in contrada Feotto, sulle alte colline che sovrastano Palermo, nel territorio di San Giuseppe Jato dove alcune testimonianze storiche fanno risalire la produzione di vino a circa mille anni fa. Qui l’azienda di Sebastiano Di Bella – produttore nato sull’onda di una passione senza cedimenti e oggi presidente dell’Irvo, l’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio – ha trovato un terroir ideale per produrre quel Catarratto di montagna, o di alta collina, se preferite. Ed è ormai certo che proprio l’altitudine può giocare un ruolo determinante. Non solo per i cambiamenti climatici e le estati siccitose. Ma anche perché il Catarratto d’alta quota gioca in scioltezza sull’eleganza, la longevità e la piacevolezza, meglio che altrove. L’azienda può contare complessivamente su dieci ettari di vigneto, una buona parte è nel territorio di Noto, tutti a Nero d’Avola.
Le bottiglie prodotte in totale sono trentamila. Protagonista della nostra rubrica è il Doc Sicilia Catarratto Esperides 2019. Vendemmia solitamente a metà settembre, matura in acciaio. Dal colore giallo paglierino intenso ha profumi di tenue eleganza: fiori bianchi, note di frutta a polpa gialla, pesca, erbe aromatiche, citronella, rosmarino, un tocco di salvia. Il sorso è salino, un pizzico cremoso, e poi fiori, piacevoli sentori di agrumi, sapido nel lungo finale. In abbinamento ideale con tutti i primi a base di pesce, secondi di pesce, anche crostacei, formaggi cremosi, carne bianca senza condimenti decisi. Oppure per dare il via a una cena. Un Catarratto di montagna.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
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