di Federico Latteri
Cinquecento ettari di vigneti, 250 di proprietà e 250 in conduzione, 70 mila quintali di uve lavorate l’anno e più due milioni e mezzo di bottiglie prodotte e commercializzate sui mercati di oltre trenta paesi stranieri: sono i numeri di Torrevento, una delle aziende più importanti della Puglia e del Sud Italia.
Non solo cifre rilevanti, ma anche una filosofia rivolta alla qualità, alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione delle peculiarità territoriali. Sono numerose le certificazioni presenti, da quelle Uni En Iso con la prima ottenuta nel 1999 a quella sul biologico, per poi passare all’ Equalitas che attesta la sostenibilità nella filiera vitivinicola sotto i profili ambientale, etico ed economico e che è posseduta da pochissime cantine italiane.
La storia di Torrevento inizia nel 1948 con l’acquisto da parte della famiglia Liantonio di una proprietà costituita da un antico monastero e 57 ettari di vigneto, situata ai piedi di Castel del Monte, territorio dove oggi si trova il nucleo principale dell’azienda. Da allora i progressi sono stati continui, soprattutto sotto la guida di Francesco Liantonio, attuale presidente.
Acquisizione di vigneti in diverse zone della Puglia, impianto e valorizzazione di vitigni autoctoni, costruzione di strutture moderne per la vinificazione e l’affinamento, collaborazioni con le università per ricerca e sperimentazione e una presenza sempre più diffusa sui mercati sono solo alcune delle attività che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Non sono mai mancati i riconoscimenti da parte della stampa specializzata e degli addetti ai lavori.
La gamma di etichette proposte è composta da numerose referenze con bianchi, rossi e rosati di varie denominazioni pugliesi. Particolare attenzione è rivolta ai vini da Nero di Troia, varietà che viene declinata in tanti modi. Ricordiamo il Castel del Monte Riserva Docg Vigna Pedale e il Nero di Troia Castel del Monte Docg Ottagono. Anche il Bombino Bianco e il Bombino Nero stanno fornendo risultati interessanti.
(Bombino Bianco)
Degustiamo il Bacca Rara 2019, un bianco che ha nel perfetto bilanciamento tra freschezza e consistenza il suo punto di forza. E’ un blend costituito da uguali percentuali di Bombino Bianco e Chardonnay. Le uve provengono da vigneti situati sulle colline dell’area nord barese. Le viti si trovano su un terreno di natura calcarea ad altitudini comprese tra 450 e 500 metri sul livello del mare e sono allevate a cordone speronato. La densità d’impianto è di 5 mila ceppi per ettaro con rese che si attestano intorno agli 80 quintali. La vendemmia viene effettuata manualmente durante la seconda decade di settembre. La vinificazione prevede pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata. Il vino affina in acciaio per 6 mesi e per altri 6 matura in barrique. E’ previsto anche un breve periodo di permanenza in bottiglia prima della commercializzazione.
Versato nel calice, offre un colore giallo paglierino con tenui riflessi dorati. E’ intenso all’olfatto con frutta esotica, specialmente a polpa gialla, fiori, una nota di vaniglia, un cenno burroso e un leggero tocco balsamico di menta. In bocca è morbido, strutturato e molto ben equilibrato. Pieno il gusto e lunga la persistenza. E’ una sintesi fra la tradizione, espressa con una varietà tipica di questi luoghi e un gusto più moderno basato su avvolgenza e rotondità. Da abbinare a diversi piatti della cucina di mare, soprattutto alle fritture di pesce. Può essere bevuto anche da solo nei momenti di relax.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Torrevento
Sp 234 – km 10,600
70033 Corato (Ba)
tel. +39 080 8980923
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www.torrevento.it
IL VINO IN PILLOLE