di Federico Latteri
Basta il nome per rievocare i colori e i profumi della Sicilia: Feudo Arancio è, forse, tra le realtà vitivinicole più conosciute e apprezzate dell’Isola.
Due le tenute in due territori così diversi tra loro, ma in grado di dare ottimi vini. Nel 2001 la prima cantina a Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, con 280 ettari, 220 di questi vitati. Nel 2003 la seconda tenuta, ad Acate in provincia di Ragusa, di ben 690 ettari, di cui 420 vitati. Importante è la differenza di altitudine tra i due vigneti. A Sambuca altezze comprese tra 200 e 360 metri; mentre ad Acate i vigneti non superano mai i 100 metri di altezza.
Ma, in entrambi i casi, viene coltivata una sapiente combinazione di varietà autoctone (Nero d’Avola, Grillo ed Inzolia) ed internazionali (Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, Viognier e Chardonnay), allevate a controspalliera e potate a cordone speronato o a guyot. Da anni, ormai, Feudo Arancio punta tutto sull’ecosostenibilità. Ed infatti viene utilizzata la lotta integrata in campo (confusione sessuale) e la gestione “naturale” dei terreni tramite inerbimento, così come lo sfruttamento di energie rinnovabili e l’ottimizzazione dei consumi idrici (impianti a goccia, sensori sotterranei per l’umidità, vasche d’accumulo, depurazione).
Enologo dell’azienda è Maurizio Maurizi. I vini prodotti da Feudo Arancio riflettono con chiarezza il territorio su cui vengono prodotti e quindi del mantenimento di bouquet caratterizzati dalle note primarie della campagna siciliana. Il portfolio si divide in due linee: una destinata al canale Gdo e l’altra all’Horeca. Nel primo caso, vengono proposte 4 etichette monovarietali (Nero d’Avola, Syrah, Grillo, Inzolia) e una selezione: il Tinchitè P’ttìa. Nel secondo, si tratta di 7 etichette monovarietali (Nero d’Avola, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot, Grillo, Inzolia e Chardonnay) e 6 selezioni: Tinchitè, Tinchitè Rosè, Dalila, Cantodoro, Hekate, Hedonis.
A noi è piaciuto Accussì, lo spumante di casa Feudo Arancio. Le uve Grillo vengono vendemmiate verso la fine di agosto, al momento della massima espressione della freschezza aromatica e di notte per conservarne la fragrante acidità; sono sottoposte poi a successiva vinificazione in bianco con pigiatura e pressatura soffice per estrarre solo il mosto più profumato ed elegante. Dalla fermentazione a temperatura controllata di 18°C si ottiene il cosiddetto vino base che viene conservato sui propri lieviti fino al momento della spumantizzazione. Quindi dopo l’aggiunta di lieviti selezionati il vino base viene sottoposto a rifermentazione naturale in autoclave alla temperatura di 13-14°C per 8-10 giorni. Raggiunta la pressione e il residuo zuccherino desiderati, si raffredda rapidamente a-2/3 gradi per bloccare la fermentazione e per consentire la stabilizzazione tartarica. Si lascia successivamente maturare il vino spumantizzato per circa 2/3 mesi sui propri lieviti e infine filtrato e imbottigliato a bassa temperatura per mantenere e preservare al meglio le sue caratteristiche. Le uve con cui si ottiene questo vino vengono coltivate su suoli estremamente sabbiosi nei vigneti di Acate. Ne vengono prodotte circa 30 mila bottiglie.
Il colore è giallo paglierino di media intensità con riflessi verdolini. Il perlage è abbastanza fine e persistente. Naso caratterizzato da profumi di frutta fresca come pesca bianca, pera e mela, arricchiti da note floreali. Al palato dà piacevolezza immediata grazie al buon equilibrio che si stabilisce tra l’acidità e la morbidezza dovuta al lieve residuo zuccherino. Ottima la bevibilità. Finale di discreta lunghezza caratterizzato da una nota dolce e da una punta sapida. Ottimo come aperitivo e con antipasti di mare e di terra dal gusto non troppo intenso. Adatto a momenti spensierati con amici in qualsiasi ora del giorno. Il prezzo oscilla tra i 10 e i 12 euro.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Feudo Arancio
Contrada Portella Misilbesi
Sambuca di Sicilia (Ag)
0925 579000
www.feudoarancio.it