Tenuta Rapitalà si trova nel territorio di Camporeale, piccolo centro situato nella porzione occidentale dell’entroterra del palermitano, a ridosso del confine con la provincia di Trapani. La presenza di un clima mite e soleggiato con ventilazione costante e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte fa di quest’area collinare un posto particolarmente vocato per la viticoltura, attività qui presente da tempi immemori. La storia dell’azienda inizia nel 1968, quando Hugues Bernard conte de la Gatinais, per otto anni ufficiale della marina francese, sposa Gigi Guarrasi, discendente di un’importante famiglia palermitana. I due danno il via ad un nuovo progetto che prevede la ricostruzione della vecchia cantina distrutta dal terremoto del Belìce e la riconversione dei vigneti con l’introduzione di nuove varietà (sono tra i primi in Sicilia a piantare vitigni francesi come Chardonnay e Pinot Nero) e l’adozione di tecniche agronomiche moderne.
Rapitalà è il nome della contrada dove ha sede l’azienda. Deriva dall’arabo Rabidh-Allah che vuol dire fiume di Allah e si riferisce al torrente che scorre tra le vigne. Oggi la proprietà è passata al Gruppo Italiano Vini, ma Laurent Bernard de la Gatinais, figlio di Hugues e Gigi, svolge il ruolo di presidente, dando continuità alla tradizione familiare. I vigneti si estendono per 179 ettari, coprendo un range di altitudini che va da 300 a 600 metri sul livello del mare. In essi si trovano sia vitigni autoctoni come Grillo, Catarratto, Nero d’Avola e Perricone che varietà internazionali. Ogni anno vengono prodotte oltre 2 milioni e mezzo di bottiglie, di cui circa 600 mila a marchio “Tenuta”. Molto varia la gamma di etichette che si articola in diverse linee, fornendo un’offerta ampia in grado di soddisfare tutti i palati, dai più semplici ai più esigenti.
Degustiamo il Sicilia Doc Syrah Nadir 2021, un vino sorprendente in grado di offrire qualità e incisività non comuni per la sua fascia di prezzo. Le uve provengono da vigneti di 22 anni di età situati a circa 400 metri sul livello del mare con esposizione nord-sud su suoli di natura argilloso-sabbiosa (sabbie tufacee). Il sistema di allevamento utilizzato è la controspalliera con potatura a guyot, mentre la densità d’impianto e di 4.000 ceppi per ettaro. La vinificazione inizia con 6 giorni di premacerazione a freddo, seguiti dalla fermentazione alcolica che si svolge alla temperatura controllata di 25 gradi centigradi con macerazione sulle bucce. Una parte del vino svolge la fermentazione malolattica in barrique nuove di rovere a media tostatura, dove matura per alcuni mesi per poi affinare in acciaio insieme alla restante parte per un anno.
Il colore che osserviamo nel calice dopo aver versato il Nadir 2021 è un rosso rubino carico con riflessi porpora. L’esame olfattivo rivela un bouquet fine e intenso, caratterizzato da sentori di piccoli frutti scuri come mirtillo, mora e cassis, sottili spezie e una nota mentolata. E’ intrigante il connubio tra la maturità del frutto che si apprezza nei toni dolci dei profumi e la rinfrescante balsamicità regalata dalla menta che quasi contrasta con tutto il resto. Il sorso è pieno nel gusto, regolare nella progressione e dotato di una buona struttura e di tannini vellutati che si mantengono garbati senza risultare mai troppo presenti. Non manca la freschezza che regala maggiore equilibrio ad un profilo tendenzialmente morbido. Si tratta di un Syrah ben fatto che esprime compiutamente il carattere solare del luogo di provenienza. Bevetelo con il maiale arrosto o al forno, l’agnello e grigliate di carne di vario genere. Sarà un ottimo abbinamento anche con diversi primi piatti saporiti della cucina di terra e con i formaggi semistagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Tenuta Rapitalà
Contrada Rapitalà – Camporeale (Pa)
T. 0924 37233
rapitala@giv.it
www.rapitala.it