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Vino della settimana

Primitivo Salento Pilùna 2022 di Castello Monaci

26 Agosto 2023
L'etichetta di Pilùna 2022 L'etichetta di Pilùna 2022

Castello Monaci è l’azienda salentina del Gruppo Italiano Vini. I vigneti di proprietà, circa 210 ettari in tutto, sono distribuiti in tre diverse tenute. Quella più importante si trova a Salice Salentino, dove ci sono 140 ettari vitati che si estendono intorno allo splendido castello che dà il nome alla cantina e a edifici più moderni nei quali trovano spazio il centro operativo con le strutture per la vinificazione, un’enorme barricaia e il museo del vino. In questa zona, su un suolo argilloso con abbondante presenza di tufo, vengono coltivati vitigni autoctoni come Primitivo, Malvasia Nera di Lecce e Negroamaro, insieme a Syrah e Chardonnay. Il nucleo originario di Castello Monaci risale alla fine del Quattrocento, periodo in cui venne edificato un monastero che secoli dopo, nel 1865, fu acquistato da una famiglia di viticoltori borgognoni, i Perry Graniger, che lo trasformarono in uno chateau e piantarono una ventina di ettari di vigna.

Agli inizi del Novecento la proprietà fu acquistata dalla nobile famiglia pugliese De Martino che la cedette poi ad Antonio Provenzano. Quest’ultimo convertì “chateau” in castello che dedicò ai monaci fondatori: nacque così l’attuale nome. La moderna cantina fu realizzata nel 1970 da Maria Provenzano e dal marito Enzo Memmo, nonni di Luigi Seracca Guerrieri, oggi rappresentante della nuova generazione alla guida dell’azienda. Le altre due tenute sono la Masseria Flaminio e Trepuzzi. La prima si trova in prossimità della costa e a qualche chilometro da Brindisi. Comprende 60 ettari nei quali ci sono vitigni a bacca bianca, prevalentemente Verdeca, Fiano e Chardonnay, accanto a piccole parcelle destinate a sperimentazione e ricerca. La tenuta di Trepuzzi include 10 ettari vitati di Primitivo che circondano l’antica Masseria Vittorio, dimora cinquecentesca con 650 ulivi secolari. Annualmente vengono prodotte circa 2 milioni di bottiglie. La gamma di etichette conta oltre venti referenze che vanno a comporre diverse linee.

Tra i vini degustati quest’anno ci è piaciuto molto il Primitivo Salento Pilùna 2022, un rosso che esprime il suo carattere solare senza alcun eccesso, distinguendosi per equilibrio e armonia. Il suo nome deriva dal termine che si utilizzava nel dialetto salentino per indicare i contenitori di tufo dove un tempo si conservavano vino e olio. E’ fatto con uve provenienti da vigneti che si estendono a qualche decina di metri sul livello del mare su suoli argilloso-tufacei nel territorio di Salice Salentino. La vendemmia viene effettuata in parte a mano e in parte a macchina durante la prima decade di settembre. La vinificazione inizia con la pigiatura, seguita dalla fermentazione alcolica a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox con 14 giorni di macerazione sulle bucce e numerosi rimontaggi. Dopo aver svolto la malolattica, una parte del vino matura in barrique di rovere francese di secondo e terzo passaggio, mentre il resto affina in acciaio. Nel calice il Pilùna 2022 si presenta di colore rosso rubino carico, leggermente tendente al porpora sull’unghia. E’ pulito e intenso all’olfatto con profumi di amarena matura, prugna disidratata, pepe nero, un leggero tocco di chiodo di garofano e una nota dolce di vaniglia. Il sorso, morbido, rotondo e ben strutturato, avvolge il palato per poi procedere con regolarità verso un finale fruttato di buona lunghezza. Vellutati i tannini che incidono nella giusta misura, completando un assaggio piacevole. E’ un vino ben fatto che si presta ad un gran numero di abbinamenti. Vi consigliamo di berlo con primi piatti saporiti come le tagliatelle al ragù, grigliate di carne e formaggi a media o a lunga stagionatura.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Castello Monaci
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