Alessandro di Camporeale è un’azienda a gestione familiare che nasce alcuni decenni fa per volontà dei fratelli Rosolino, Antonino e Natale Alessandro. I tre, eredi di una tradizione viticola iniziata nei primi del ‘900, verso la fine degli anni ’80 cominciano a portare avanti un progetto di rinnovamento dei vigneti con l’obiettivo di avviare una produzione di vini di qualità in grado di raccontare il territorio. L’idea è quella di praticare una viticoltura attenta e rispettosa della natura e un’enologia corretta e ragionata. Oggi in azienda ci sono i loro figli che rappresentano la quarta generazione della famiglia impegnata in questo settore: Anna che si occupa dell’amministrazione, Benedetto, l’enologo, che segue l’intera filiera produttiva, dalla vigna alla cantina e l’altro cugino, pure lui Benedetto, responsabile del marketing e della parte commerciale.
I vigneti si trovano tutti a Camporeale, piccolo centro dell’entroterra della provincia di Palermo il cui territorio ricade all’interno della Doc Monreale. Si estendono complessivamnete per 40 ettari tra le contrade Mandranova, Fargione e Cattiva. Vengono coltivate in biologico sia varietà autoctone come Catarratto (lucido ed extralucido), Grillo, Nero d’Avola e Perricone che gli alloctoni Sauvignon Blanc e Syrah, vitigni che si sono adattati molto bene a questi luoghi. Ogni anno vengono prodotte circa 270 mila bottiglie. Articolata la gamma di etichette con bianchi e rossi raggruppati in diverse linee, un vino dolce da Syrah vendemmiato tardivamente e due spumanti Metodo Classico. Inoltre, i tre cugini Anna, Benedetto e Benedetto dal 2018 producono vini sul versante settentrionale dell’Etna, dove hanno dato vita ad un nuovo progetto con il brand Generazione Alessandro.
Ci è piaciuta molto l’annata 2021 del Syrah Kaid, il rosso storico di Alessandro di Camporeale, quello che probabilmente più di ogni altro ha fatto conoscere il nome dell’azienda in Italia e all’estero. E’ ottenuto da uve Syrah in purezza provenienti da vigneti piantati tra il 2006, il 2014 e il 2022 a Camporeale, nelle contrade Mandranova e Cattiva, ad altitudini di 300-400 metri sul livello del mare. Le viti sono allevate a spalliera con potatura a cordone speronato e densità d’impianto di 5.400 ceppi per ettaro, su suoli argillosi e calcarei ricchi di scheletro. Basse le rese che si attestano sui 65 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata manualmente con selezione dei grappoli durante la prima decade di settembre. Segue la vinificazione che prevede 12 giorni di fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox alla temperatura controllata di 23-26 gradi centigradi con macerazione sulle bucce. Successivamente, la malolattica viene svolta per mezzo di batteri lattici indigeni. Il vino ottenuto matura per 12 mesi in tonneau di rovere francese e poi affina almeno 6 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.
Nel calice il Monreale Doc syrah Kaid 2021 si presenta di colore rosso rubino molto carico con leggere sfumature violacee sull’unghia. Ha un naso intenso e complesso, dominato da un frutto scuro maturo che appare fine e ben delineato, senza alcun eccesso. Completano il bouquet una variegata speziatura, giocata tra il pepe e la parte dolce in questo momento più pronunciata, poi note di tabacco e torrefazione e infine una punta balsamica. E’ un profilo nel quale troviamo sia ricchezza che definizione. Il sorso è pieno, strutturato e avvolgente, con il gusto dolce della frutta bilanciato da una buona acidità, mentre al retronaso è la parte speziata ad essere preponderante, così come nel lungo finale. Fitti i tannini che incidono nella giusta misura. E’ un Syrah molto ben fatto che viene fuori da una tecnica rivolta ad esaltare le caratteristiche di una materia prima di qualità. Può essere abbinato a carni di vario genere alla griglia o al forno, al polpettone, al falsomagro e a formaggi semistagionati o stagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Alessandro di Camporeale
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