Fondata nel 1878 a Canale, nel cuore del Roero, Enrico Serafino è una delle cantine storiche del nostro Paese. Sin dalla sua nascita ha seguito una visione proiettata nel futuro con un’idea di altissima qualità a quei tempi non comune,
collezionando un successo dietro l’altro e vendendo i suoi vini nei più importanti mercati del mondo. Oggi, dopo più di 140 vendemmie, si continua a lavorare con lo stesso spirito per inseguire costantemente grandi risultati e proporre il meglio che il territorio può fornire. La proprietà, acquisita nel 2003 dal Gruppo Campari, è passata nel 2015 alla famiglia Krause. Da allora a guidare l’azienda c’è Nico Conta, personaggio di spessore del Piemonte vitivinicolo. Enrico Serafino possiede 25 ettari di vigneti di proprietà tra Serralunga d’Alba, Canale e l’Alta Langa. A questi se ne aggiungono altri 35 coltivati sotto il controllo dei propri agronomi. Ogni anno vengono prodotte 360 mila bottiglie. La gamma di etichette è molto varia. Innanzitutto occorre ricordare gli spumanti Alta Langa, tipologia per la quale l’azienda è considerata un riferimento. Accanto a loro troviamo vini fermi delle prestigiose denominazioni di Langhe, Roero e altre aree del Piemonte tra le quali il Gavi ha una rilevanza particolare. Inoltre, nelle cantine vengono custodite bottiglie uniche di vecchie annate che arrivano al 1939 per il Barolo e al 1949 per il Barbaresco. Il Gavi Docg del Comune di Gavi Maneo 2018 è un bianco che va sul mercato dopo un affinamento molto lungo con l’obiettivo di esprimere pienamente le potenzialità del vitigno in questo territorio. Le uve, Cortese cento per cento, provengono da vigneti di 35 anni di età con esposizione sud e sud est, situati nel comune di Gavi su un terreno di natura argilloso-calcarea. Le viti vengono allevate a guyot con rese che si attestano intorno agli 85 quintali per ettaro. Dopo la vendemmia, effettuata manualmente in cassette, i grappoli vengono selezionati su un tavolo vibrante e poi raffreddati al fine di evitare l’ossidazione e ridurre la quantità di solfiti utilizzata. Segue la pressatura soffice con una parte della massa che va incontro a pigiatura e macerazione a freddo in pressa per una notte. La fermentazione si svolge in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Il vino ottenuto affina sui propri lieviti in acciaio e poi in bottiglia per almeno 5 anni dalla vendemmia prima di essere messo in commercio. Il Gavi Maneo 2018 da noi degustato è figlio di un’annata caratterizzata da un inverno lungo e piovoso e da un’estate con un incremento della temperatura graduale che non ha comportato alcun anticipo della vendemmia. I viticoltori sono stati molto impegnati nella gestione agronomica, ma alla fine hanno raccolto uve di qualità. Nel calice il vino si presenta di colore giallo paglierino carico con tenui riflessi verdolini. Ha un naso complesso nel quale profumi di frutta a polpa bianca con la pesca in evidenza sono affiancati da delicate note floreali, un cenno di lavanda e una piacevole nota mentolata. Si percepiscono subito armonia e pulizia. Ben bilanciato il sorso con buona acidità, corpo medio-pieno, gusto intenso e una certa morbidezza che lascia rapidamente il posto ad un finale lungo e sapido. Torna la menta al retronaso, incrementando la sensazione di freschezza. Un bianco completo e ben fatto che evolverà ancora. Darà il meglio di sé in abbinamento con il pesce, ma vi consigliamo di provarlo anche con i primi leggeri della cucina di terra.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Enrico Serafino
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