Passopisciaro è uno dei luoghi più noti per la produzione di vino sul versante settentrionale dell’Etna. Qui, in contrada Santo Spirito, area il cui valore è oggi unanimemente riconosciuto dagli esperti di settore, nel 2009 inizia la storia di Palmento Costanzo. L’idea nasce dalla forte passione per il vino della famiglia Costanzo, cosa derivante dal fatto che “tutti i catanesi sentono un po’ l’Etna nel cuore”, come spiega la giovanissima Serena Costanzo, attualmente alla guida dell’azienda insieme alla madre Valeria Agosta. Viene acquistata una tenuta di 6 ettari, di cui 4 e mezzo vitati, che si sviluppa intorno ad un antico palmento. Da qui parte il progetto che vede nel 2011 la prima vendemmia, da subito i lavori di restauro conservativo e ampliamento con nuovi edifici, funzionali e molto ben integrati nel paesaggio e infine acquisizione di vigneti sia sul versante nord che in zone più lontane del territorio etneo. Il palmento che oggi ospita la cantina è un perfetto esempio di coesistenza tra le antiche strutture e tutto ciò che serve per produrre vino con tecnologie all’avanguardia: il vecchio e il nuovo stanno lì, l’uno accanto all’altro, mostrando fascino e, al contempo, funzionalità. Proprio questa è la filosofia aziendale, tradizione e innovazione, sempre nel segno di un forte legame con il territorio.
I vigneti si estendono complessivamente per 18 ettari, costituiti da parcelle situate in differenti aree: sul versante nord a Castiglione di Sicilia nelle contrade Santo Spirito, dove si trova il nucleo principale di Palmento Costanzo con la superficie vitata più estesa, Feudo di Mezzo, Zottorinoto e Bragaseggi, sul versante sud ovest a Santa Maria di Licodia in contrada Cavaliere e sul versante est a Milo in contrada Praino, da dove in un futuro prossimo arriverà un nuovo bianco. Ogni anno vengono prodotte 120 mila bottiglie. Articolata la gamma di etichette con due spumanti Metodo Classico e diversi Etna Doc, tra cui bianchi e rossi da singola contrada e il prestigioso Etna Rosso Prefillossera che viene fatto solo nelle migliori annate. Abbiamo degustato l’Etna Doc Bianco Bianco di Sei 2022, una riuscita interpretazione del territorio che si distingue per il suo spigliato carattere minerale. Le uve, Carricante per il 90 per cento più un 10 per cento di Catarratto, sono frutto dei vigneti di contrada Santo Spirito dove, a poco più di 700 metri sul livello del mare, su un terreno di natura vulcanica costituito da sabbie con sassi e rocce, crescono viti ad alberello con un’età che può arrivare anche a 100 anni. La densità d’impianto è di 7 mila ceppi per ettaro con rese che si attestano mediamente sui 50 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata manualmente a fine settembre. Segue la vinificazione che prevede pressatura soffice e poi fermentazione per mezzo di lieviti indigeni in serbatoi di acciaio inox. Non viene svolta la malolattica. Il vino ottenuto affina 8 mesi in acciaio sulle fecce nobili e, successivamente, circa un anno in bottiglia.
Nel calice l’Etna Bianco Bianco di Sei 2022 si presenta di colore giallo paglierino, intenso e brillante. Fine il naso, nel quale le note floreali e fruttate si esprimono con i toni del bianco e del giallo attraverso profumi di fiori di campo, pera, pesca e susina, trovando poi vivacità nei sentori agrumati di pompelmo e lime. Cenni di pietra focaia completano un bouquet che si caratterizza per nitidezza e armonia. L’assaggio rivela un sorso vivo nell’acidità, ben calibrato nella struttura e dotato di un’agile ed energica progressione che conduce ad un finale lungo e salino. Si tratta di un bianco che regala freschezza dall’inizio alla fine, esprimendo con piacevolezza e facilità di beva la sua natura vulcanica. Bevetelo con i piatti della cucina di mare, dagli antipasti ai secondi, oppure con le pietanze dal sapore delicato della cucina di terra come vellutate di verdure, primi leggeri e preparazioni a base di ortaggi.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Palmento Costanzo
Contrada Santo Spirito – Passopisciaro
Castiglione di Sicilia (Ct)
T. 0942 983239
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