Un ritorno alle origini con ambiziosi obiettivi, in parte già raggiunti ed altri in fase di realizzazione. Si riassume così la mission della cantina Tornatore. Francesco, Cavaliere del Lavoro, fresco di laurea honoris causa e imprenditore di successo nel campo manifatturiero, decide di tornare a dedicarsi alle attività di famiglia nei decenni scorsi. Attività il cui inizio è datato 1865. Così tutto riparte nel segno di una storia da recuperare, d’altra parte Tornatore, oggi con interessi imprenditoriali sparsi in mezzo mondo, è originario proprio di Castiglione di Sicilia, territorio centrale nella produzione di vini sull’Etna. Ed ecco così risorgere l’azienda vitivinicola, il lavoro incessante e dispendioso di acquisizione dei vigneti, la costruzione di ben due cantine, l’ingaggio di un team che potesse condividere gli obiettivi con il coinvolgimento di tutti i familiari. Tutto in pochi anni. Oggi Tornatore possiede 65 ettari di vigneti (la più grande estensione all’interno della Doc Etna) sul versante nord dell’Etna, principalmente a Castiglione di Sicilia. Le parcelle si trovano sparse in diverse contrade di pregio come Pietrarizzo, Trimarchisa, Verzella, Torreguarino, Bragaseggi, Pietramarina, Piano dei Daini e Calderara, solo per citarne alcune.
L’azienda possiede la certificazione Viva (valutazione dell’impatto della viticoltura sull’ambiente) che attesta la sostenibilità ambientale, il rispetto della biodiversità, la salvaguardia e la valorizzazione del territorio e l’impatto socio-economico. Sono circa 300 mila le bottiglie prodotte annualmente, numero in crescita come quello degli ettari vitati. Varia e articolata la gamma di etichette con i classici Etna Bianco, Rosso e Rosato, diversi vini da singola contrada, un Etna Rosso Riserva e due spumanti. Preziosa la collaborazione dell’enologo Angelo Di Grazia, costantemente presente in cantina e di Vincenzo Bàmbina, professionista di grande esperienza, responsabile tecnico della cantina.
Degustiamo l’Etna Bianco Doc Zottorinotto 2021, un vino che coniuga ricchezza aromatica con mineralità vulcanica. E’ ottenuto da uve Carricante in purezza provenienti da vigneti situati a circa 700 metri sul livello del mare nell’omonima contrada a Solicchiata, frazione di Castiglione di Sicilia. Il sistema di allevamento utilizzato è la controspalliera con potatura a cordone speronato. Le rese si aggirano intorno ai 60 quintali per ettaro. I grappoli, vendemmiati manualmente in piccole cassette durante la seconda decade di ottobre, giungono rapidamente in cantina, dove vengono sottoposti ad una selezione su nastro. Seguono diraspatura, leggera pigiatura e successiva pressatura soffice. Il mosto ottenuto fermenta senza alcun controllo della temperatura in barrique di acacia da 225 litri, dove poi resta a maturare sulle fecce fini per circa 8 mesi. Prima dell’immissione in commercio sono previsti almeno 6 mesi di affinamento in bottiglia. Versato nel calice, l’Etna Bianco Zottorinotto si fa subito apprezzare per il suo colore, un giallo dorato vivo e brillante. Ha un naso intenso di fiori gialli, frutta matura come pesca, melone e ananas, decise note balsamiche di menta e lequirizia, delicati sentori di zucchero filato e una punta di vaniglia. Si distingue per complessità e varietà di sfumature. Il sorso, morbido, rotondo e ben calibrato nella struttura, progredisce con regolarità fino ad una chiusura sapida e decisamente lunga. Pieno il gusto, arricchito dalla componente balsamica rinfrescante che torna al retronaso. E’ un bianco originale di notevole intensità che darà il meglio di sé in abbinamento a pietanze saporite, sia della cucina di mare che di quella di terra. Bevetelo con il pesce spada alla messinese, il salmone affumicato, le fritture di pesce, piatti a base di verdure e ortaggi, oppure preparazioni in agrodolce.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Tornatore
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