Quando si parla di vitivinicoltura in Calabria, Librandi è senza dubbio il primo nome che viene in mente. E’ l’azienda che, forte di una storia che va avanti da tre generazioni, ha portato sui mercati di diversi paesi del mondo i vini del territorio, coniugando qualità e quantità, così come tradizione e innovazione. Le sue origini risalgono al 1953, anno in cui Raffaele Librandi inizia ad imbottigliare vino nella cantina di via Tirone a Cirò Marina. Da allora la gestione è sempre stata di tipo familiare con la seconda generazione, i fratelli Antonio e Nicodemo Librandi fino al 2012 e oggi con Raffaele, Paolo, Teresa e Francesco Librandi. Siamo nella parte nord orientale della provincia di Crotone, dove si trovano la più importante e conosciuta denominazione della regione, la Doc Cirò e la Doc Melissa.
La proprietà, 350 ettari in totale, di cui 232 di vigneti, 80 di oliveti e il resto di bosco, è divisa in 6 tenute: Rosaneti, la porzione più grande di vigneto con 155 ettari, situata a 110 metri di altitudine nei comuni di Rocca di Neto e Casabona, Arcidiaconato (51 ettari) a Strongoli, Ponta, 22 ettari a 80 metri sul livello del mare nella zona collinare storica del Cirò, Pittaffo (10 ettari) a Crucoli, nella parte settentrionale della Doc, San Biase nell’immediato entroterra della denominazione e infine Brisi, un piccolo vigneto di un ettaro e mezzo nell’omonima zona del centro abitato di Cirò Marina. Vengono coltivate varietà autoctone come Gaglioppo, Magliocco, Greco Bianco e Mantonico insieme a vitigni internazionali (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay e Sauvignon Blanc). Ogni anno vengono prodotte circa 2 milioni e 200 mila bottiglie, divise tra le etichette di una gamma composta da vini Doc Cirò, Doc Melissa e Igt Calabria.
Degustiamo il Cirò Doc Bianco Segno Librandi 2023 vino che, insieme ad un rosso e un rosato, fa parte della linea il cui nome ha un preciso significato, indicando il lavoro svolto dall’azienda nell’ambito della denominazione Cirò e del suo sviluppo, per l’appunto il “Segno” di Librandi. E’ fatto con uve Greco Bianco in purezza provenienti da vigneti situati su suoli di natura argillosa e calcarea nei comuni di Cirò, Cirò Marina e Crucoli. Le viti vengono allevate a cordone speronato con densità d’impianto di 5 mila ceppi per ettaro. Le rese non superano i 90 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata durante l’ultima decade di settembre. La vinificazione prevede pressatura soffice e fermentazione in vasche di acciaio inox, dove poi il vino resta per un breve periodo. Prima dell’immissione in commercio sono previsti alcuni mesi di affinamento in bottiglia.
Il colore che osserviamo nel calice dopo aver versato il Cirò Bianco Segno Librandi è un giallo paglierino con leggeri riflessi verdolini. Pulito e di buona intensità il bouquet che mostra un carattere varietale attraverso profumi di pera, pesca bianca, zagara, gelsomino e delicati sentori di agrumi. Il sorso è vivo grazie ad un’ottima acidità che lo anima dall’inizio alla fine, ben calibrato nella struttura e provvisto di un piacevole gusto fruttato. Discretamente lungo il finale che si articola fra sapidità e note agrumate. Si tratta di un bianco con un quadro aromatico di stampo mediterraneo che si distingue per freschezza, spontaneità e facilità di beva. Sarà perfetto in abbinamento ad antipasti e primi piatti a base di molluschi e crostacei o ad altre pietanze della cucina di mare dal sapore delicato.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Librandi
Strada statale 106, contrada San Gennaro
Cirò Marina (Kr)
T, 0962 31518
librandi@librandi.it
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