San Felice è uno dei nomi importanti del Chianti Classico, un’azienda ricca di storia che ha lasciato il segno su diverse fasi dello sviluppo della denominazione e del vino toscano in generale. Sorge a Castelnuovo Berardenga intorno ad un antico borgo medievale. Secondo i reperti trovati nel luogo, l’insediamento risalirebbe addirittura all’epoca etrusca, anche se la struttura che è arrivata ai nostri giorni nasce nell’alto Medioevo, come testimoniano documenti scritti del 714 che parlano del borgo di San Felice in Avana. Nel ‘700 la famiglia nobile dei Grisaldi del Taja fece di questo luogo la sua residenza, rendendosi presto conto del potenziale agricolo di quest’area. Molti anni più tardi, nel 1924, Giulio Grisaldi del Taja partecipò alla fondazione del Consorzio del Chianti Classico. Negli anni ’70 la proprietà fu acquistata del gruppo Allianz che diede il via ad un progetto di restaurazione conservativa del borgo. Oggi, dopo l’acquisizione delle tenute di Montalcino (Campogiovanni) e Bolgheri (Bell’Aja), San Felice può contare su circa 190 ettari di vigneti distribuiti nelle aree viticole toscane di maggior pregio.
La parte chiantigiana si estende per 150 ettari, divisi in 5 zone: Belcaro, Pagliaia, San Carlo, San Felice e San Vito. Si coltivano vitigni autoctoni come Sangiovese (70 per cento della superficie con 22 diversi cloni), Pugnitello e Colorino, insieme a varietà internazionali, sia a bacca bianca che a bacca rossa. La produzione annua complessiva si aggira intorno al milione e 200 mila bottiglie (da tutte e tre le tenute). Completa e articolata la gamma di etichette con più referenze di Chianti Classico, lo storico Vigorello, primo Super Tuscan del Chianti Classsico nel 1968 e tanti altri vini che interpretano la tradizione, ma anche la volontà di proporre qualcosa di innovativo. Il Chianti Classico Docg Borgo 2022 è il rosso che racchiude in sé l’essenza di San Felice, rappresentando la sintesi delle caratteristiche del territorio. E’ uno dei vini della nuova linea Vitiarium, nata delle vigne che circondano l’antico borgo medievale e frutto del progetto di ricerca iniziato negli anni ’80 con il recupero degli antichi vitigni toscani quasi scomparsi e la creazione del vigneto sperimentale per la tutela della biodiversità viticola toscana, denominato per l’appunto “Vitiarium”. Le uve, Sangiovese più un saldo di Pugnitello, provengono da vigneti allevati a cordone speronato e guyot che crescono su terreni di medio impasto ricchi di scheletro con prevalenza di argille di origine calcareo-marnosa. L’annata 2022 è stata caratterizzata da temperature elevate durante l’estate che sono state mitigate dalle precipitazioni di metà agosto, cosa che ha favorito una maturazione ottimale delle uve. La vendemmia è stata effettuata tra la terza settimana di settembre e la prima di ottobre. Le due varietà vengono vinificate separatamente in serbatoi di acciaio inox. Il vino matura in botti grandi di rovere di Slavonia per circa 12 mesi.
Versato nel calice, il Chianti Classico Borgo 2022 offre un colore rosso rubino di buona intensità. Fine e variegato il naso, fatto di note floreali scure con la viola in evidenza, sentori di frutta rossa matura, un cenno terroso e richiami di erbe aromatiche. E’ una combinazione di toni leggermente più cupi con sentori freschi, elementi il cui contrasto è solo apparente grazie alla buona armonia. Il sorso, pieno nel gusto, giustamente strutturato e provvisto di tannini morbidi, si distende con ordine fino alla chiusura sapida e discretamente lunga. Non manca una buona acidità che favorisce la piacevolezza di beva. Può essere abbinato ad arrosti di carne di ogni genere, bistecca alla fiorentina, primi piatti dal sapore deciso della cucina di terra e formaggi stagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
San Felice
Località San Felice – Castelnuovo Berardenga (Si)
T.0577 39911
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