Ci troviamo a Carema, piccolo borgo della provincia di Torino situato al confine con la Valle d’Aosta, intorno al quale si sviluppa l’omonima, minuscola Doc che attualmente comprende circa 24 ettari di vigneti. Qui un gruppo di 10 viticoltori fonda nel 1960 la Cantina Produttori Nebbiolo di Carema, un’azienda che da allora fino ai nostri giorni ha sempre rappresentato un punto di riferimento per le attività vitivinicole della zona. In questo territorio i vigneti presentano un’architettura molto particolare poiché si sviluppano lungo il ripido pendio della montagna su terrazzamenti sorretti da muri a secco nei quali troviamo il fertile terreno di natura morenica trasportato dal fondovalle. Il sistema di allevamento utilizzato è una pergola chiamata “topia” nel dialetto locale che è sostenuta da pilastri troncoconici in pietra e calce denominati “pilun”. Queste strutture consentono di ottimizzare lo spazio e inoltre la pietra rilascia nelle ore notturne il calore accumulato durante il giorno, contrastando la rigidità del clima. E’ facile capire che qui coltivare la vite presenta non poche difficoltà e che il lavoro manuale è praticamente l’unico metodo possibile per condurre le vigne.
In questi ultimi anni la Cantina Produttori Nebbiolo di Carema ha incentivato il recupero dei vigneti abbandonati per favorire lo sviluppo della viticoltura e, nello stesso tempo, ripristinare il paesaggio locale in tutta la sua bellezza. Oggi la superficie vitata gestita è di 15 ettari con una produzione complessiva che oscilla tra le 50 e le 60 mila bottiglie l’anno. Diverse le etichette prodotte con in testa il Carema Doc e il Carema Doc Riserva.
Abbiamo degustato l’annata 2021 di Carema Doc, a nostro parere una delle migliori versioni degli ultimi anni. Le uve, Nebbiolo cento per cento, provengono da vigneti che si estendono ad altitudini comprese tra 300 e 450 metri sul livello del mare all’interno dell’area della Doc. La vinificazione prevede fermentazione in serbatoi di acciaio inox con 12 giorni di macerazione sulle bucce. Il vino compie un periodo di invecchiamento che dura in tutto due anni di cui almeno uno di maturazione in grandi botti di rovere. Il colore che osserviamo nel calice dopo aver versato il Carema 2021 è un rosso granato scarico, tinta che fa pensare sin da subito ad un vino dal profilo nobile che ha nella sobrietà il suo tratto distintivo. Segue un naso elegante e delicato, fatto di profumi di fiori leggermente appassiti, piccoli frutti rossi maturi, una tenue nota di sottobosco, un cenno affumicato e una speziatura tanto variegata quanto sottile. E’ un gioco di chiaroscuri in cui nulla prevale se non la finezza e l’armonia dell’insieme. Fresco, snello e dritto il palato che si caratterizza per l’equilibrio, la buona intensità gustativa e la tessitiura precisa, con tannini ben levigati che contribuiscono alla completezza del sorso, mostrandosi sempre garbati. Chiude con una lunga scia sapida. Si tratta di un rosso di montagna molto tipico che non fa leva su una struttura importante, ma incide con profondità ed energia, risultando appagante e al contempo facile da bere. Davvero buono. Da sottolineare anche le interessanti potenzialità evolutive e il prezzo particolarmente conveniente per un vino di questo livello. Bevetelo con i primi piatti ricchi della cucina di terra, le carni rosse alla griglia, la selvaggina da piuma e i formaggi semistagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Cantina Produttori Nebbiolo di Carema
Via Nazionale, 32 – Carema (To)
T. 0125 811160
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