Re Manfredi è una delle cantine del Gruppo Italiano Vini. Siamo in Basilicata, nel territorio del Vulture, un vulcano spento intorno al quale si estende un’area di grande pregio per la coltivazione dell’Aglianico, varietà dalla quale qui si ottengono rossi robusti e longevi dalla personalità unica. Elementi fortemente caratterizzanti sono il terreno nel quale le componenti laviche di origine vulcanica sono mischiate ad argilla e tufo e il clima con inverni freddi e estati calde durante le quali non mancano forti escursioni termiche tra il giorno e la notte.
L’azienda nasce nel 1998 nel comune di Venosa, in una località situata a poco più di quattrocento metri sul livello del mare, dove oggi si trovano una masseria e una moderna cantina che permette la vinificazione separata delle uve provenienti dalle diverse parcelle. Ci sono anche un caveau con 1.600 bottiglie di annate storiche e una nuova barricaia interrata a 7 metri di profondità, dove trovano spazio 200 barrique e altri recipienti come anfore, clayver e contenitori oeufs de Beaune, utili per sperimentare diverse tecniche di vinificazione. Il nome è un omaggio a Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, che trascorse lunghi periodi della sua vita in queste terre a cui fu sempre particolarmente legato. I vigneti si estendono per 100 ettari ad altitudini comprese tra 400 e 600 metri sul livello del mare. Annualmente vengono prodotte circa 230 mila bottiglie, principalmente di Aglianico del Vulture con diverse etichette tra cui ricordiamo il Re Manfredi e il Serpara, un cru frutto di una vigna di 6 ettari situata nel comune di Maschito. La gamma è completata da un bianco da vitigni aromatici e da un rosato.
Abbiamo degustato l’Aglianico del Vulture Doc Re Manfredi 2019, il vino più conosciuto dell’azienda che è diventato ormai un classico nella sua tipologia. E’ ottenuto da uve Aglianico del Vulture cento per cento provenienti da 30 ettari di vigneto situati a 400 metri sul livello del mare su terreni di origine prevalentemente vulcanica. I sistemi di allevamento utilizzati sono il guyot e il cordone speronato con densità d’impianto di 4.600 ceppi per ettaro e rese che si mantengono al di sotto di quelle richieste dal disciplinare di produzione. La vendemmia viene effettuata tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. La vinificazione prevede 10 giorni di macerazione prefermentativa a freddo, seguiti dalla fermentazione alcolica che si svolge ad una temperatura compresa tra 18 e 23 gradi centigradi per 15 giorni. Il 40 per cento del vino matura in barrique per 12 mesi, mentre il restante 60 per cento va in botte. L’assemblaggio delle due masse è seguito da altri 6 mesi di maturazione in botte. Nel 2019 l’andamento climatico è stato caratterizzato per una primavera fresca, un’estate non siccitosa con temperature nella media e notevoli escursioni termiche nelle ultime settimane di maturazione. Tutto questo ha premesso di raccogliere uve di grande qualità, perfettamente sane e con un ricco corredo aromatico. Possiamo dunque clasificare la 2019 come una grande annata.
Nel calice il Re Manfredi si presenta di colore rosso rubino molto carico. Ha un naso fine, appena austero, di piccoli frutti scuri, prugna, note vanigliate, un toco di cuoio e una delicata speziatura con il pepe in evidenza. Dotato di viva acidità, il sorso è vigoroso, strutturato, caldo, avvolgente, lungo e minerale in chiusura. Fitti, ben presenti e vellutati i tannini. E’ un rosso che mostra sia la potenza dell’Aglianico che una certa finezza espressiva basata più sul particolare che sull’intensità. C’è ancora un pizzico di irruenza, ma è quello che ci aspettiamo da un vino molto giovane che è destinato ad evolvere per anni. Sarà perfetto in abbinamento a carni rosse, agnello cucinato in vari modi, pietanze a base di frattaglie e formaggi stagionati.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Re Manfredi
Località Pian di Camera, 15
Venosa (Pz)
T. 0972 31263
terredeglisvevi@giv.it
www.cantineremanfredi.com