L'Intervista a Oscar Farinetti e Walter Massa. Che spiegano e svelano “l'Italia che vorrebbero”. Con una stoccata ai più giovani
“L'Italia del vino che vorrei”, anzi “L'italia che vorrei. Punto”. Parole di Oscar Farinetti patron di Eataly e Walter Massa vigneron piemontese di Monleale e riscopritore del Timorasso.
I due, insieme, potrebbero parlare davanti le telecamere per un giorno consecutivo. A Taormina Gourmet sono stati protagonisti di una masterclas partecipatissima (leggi qui). Ma prima si sono concessi alle telecamere. “L'Italia che vorrei è quella di oggi, con 53 beni patrimonio Unesco, il 70 per cento del patrimonio artistico dell'umanità, la più grande biodiversità del mondo – dice Farinetti – Basterebbe solo che gli italiani si rendessero conto di tutto questo e lo andassero a raccontare. La stessa identica cosa per il vino, Il futuro? Il futuro è camminare dritti, precisi, con determinazione, ma spesso voltandosi a guardare indietro”.
“Ci sono una ventina di parole che possono raccontare il mondo del vino – aggiunge Massa – come occupazione, paesaggio, economia, bellezza, solidarietà, comunicazione, esportazione: il vino lega tutte ste robette qua. Oggi abbiamo la forza di poter vendere una parola che è stata svenduta 30 anni fa: agricoltura. Che diventa anche agricultura, peché va fatta in maniera colta”. “I ragazzi – chiude Farinetti – devono credere di avere avuto un culo pazzesco ad essere nati in Italia e dedicare un sacco di tempo a farselo perdonare”.
L'intervista è di Marco Volpe. Immagini e montaggio di Salvo Militello.
C.d.G.