di Fosca Tortorelli
Salvo Foti non solo è un enologo che vive il territorio, ma uno degli artefici della viticoltura etnea come oggi la conosciamo.
Se oggi c’è il fenomeno Etna dobbiamo ringraziare lui. Con queste parole Federico Latteri introduce Salvo Foti e le sei annate in degustazione; una verticale che inizia dalla 2020 e chiude con la 2002, passando dalla 2016 – l’unica della selezione di vigne centenarie – la 2014, la 2011 e la 2006. Un percorso unico che rende esplicite le potenzialità e le diversità espressive di questa realtà viva. Il Vinupetra è un’espressione dell’Etna sfaccettato, frutto della magistrale interpretazione di Salvo Foti. Il progetto “I Vigneri” nasce con una missione ben precisa, ovvero quella di valorizzare i frutti di una viticoltura che non può prescindere dal rispetto di vite e territorio. Dietro questo progetto c’è la mano umana e la sensibilità di Salvo Foti, vero e proprio pioniere della viticoltura etneo, enologo nonché proprietario della cantina, capace di leggere il territorio come pochi altri vista l’esperienza accumulata negli anni.
Come racconta Salvo Foti: ”Oggi stiamo presentando queste annate di Vinupetra, ho fatto altre verticali di questa etichetta, ma quello che bisogna notare è il tempo. L’Etna ha una storia molto antica dal punto di vista viticolo, ma molto recente dal punto di vista di vino imbottigliato. Quello che è difficile trovare sono 20 aziende di un vino prodotto da 20 anni, oggi stiamo vivendo una nuova storia del vino imbottigliato dell’Etna. Vi renderete conto di quante incognite c’erano, quando ho iniziato tanto tempo fa, ho cercato di capire il territorio etneo dal punto di vista storico culturale e viticolo. La cosa più interessante è che l’Etna non è omogeneo, ma è qualcosa di molto unico. Se sei nella parte est dell’Etna le condizioni sono molto diverse da chi si trova nella parte nord, che non ha la visione del mare ma è sempre vicino alla montagna. Altro fattore è poi l’altitudine, l’umidità relativa e il vento, che portano enormi differenze; naturalmente queste diversità ovviamente le ritroviamo nei vini. Il Nerello mascalese è un tipo da spiaggia, in questa contrada che prima del 2011 era chiamata Porcaria e oggi è conosciuta come Feudo di Mezzo, siamo a 560 metri slm, qui si trovano condizioni molto particolari in cui l’uva ha una maturazione peculiare. Inoltre, ci troviamo davanti a vigne di 70/80 anni, anche perché prima le vigne si sostituivano solo se una ne moriva, per cui ci troviamo anche un patrimonio con diverse età. Questo ci ha permesso dal 2008 al 2016 di selezionare poco più di mezzo ettaro dove si trovano viti di almeno 100 anni e da cui produciamo il Vinupetra Vigne Centenarie. Noi qui facciamo una coltivazione etnea tradizionale, le viti centenarie hanno una loro fisionomia distintiva, le potremmo quasi chiamare per nome. Quello che va sottolineato è che ci vuole la giusta capacità umana nel saper allevare una vite, che viene vista come un organismo più che come una pianta. L’uomo è più vicino alla vite o il viceversa, tu hai bisogno della vite e lei ha bisogno di te, ha bisogno di un impegno quotidiano, ogni giorno è necessaria la cura, proprio come un figlio; è un rapporto di amore e odio che poi però ti sorprende. C’è molta intimità con la vigna e la nostra idea è di fare vini fortemente umani”.
Etna Rosso Vinupetra 2020
La 2020 è stata una buona annata sull’Etna, senza grossi problemi dal punto di vista meteorologico, che ha dato equilibrio e maturità espressiva; ci troviamo nel calice un vino che già dal colore mostra la sua vitalità, che ha già una sua quadratura; è estremamente espressivo con un floreale accennato e note di frutti rossi e tracce mediterranee, profuma di resina e di bosco, il tutto in un quadro sempre dinamico, mai statico. Al palato freschezza, struttura calibrata alla perfezione, una lunghezza nel sorso, dove la persistenza aromatica gli dona slancio e personalità. Un’annata davvero di grande impatto.
Etna Rosso Vinupetra Vigne Centenarie 2016
La 2016 è il Vinupetra vigne centenarie, una parcella di 0,58 ettari dove si trovano le viti più vecchie; un vino che racconta nel calice la sua energia terrosa, le spezie e la balsamicità di grande eleganza, dal rosmarino al timo selvatico, che gli danno luce. Un vino di grande finezza nel sorso, la floralità che torna anche in retrolfazione a cui si uniscono note di arancia sanguinella. Un sorso profondo dalla tessitura ben netta e prolungata.
Etna Rosso Vinupetra 2014
Questo vino è frutto di un’annata sicuramente che racconta un poco più la sua maturità e il calore, frutto di un’annata calda come la 2017. Emerge la parte speziata a cui si uniscono le note mediterranee, il mirto e una bella fusione di essenze che cambiano nel corso del tempo. Un vino che al sorso è più rilassato, sottile, slanciato, con un finale fruttato di ribes rosso e ciliegia nera.
Etna Rosso Vinupetra 2011
Un vino inizialmente più chiuso all’olfatto, che esprime durezza e pungenza e a poco a poco si apre e racconta l’espressività di un frutto ancora ben presente. Nuance di cuoio, un cenno floreale più evoluto, note ferrose e di radice; un vino che regala suggestioni più incisive, intense, robuste.
Etna Rosso Vinupetra 2006
Nel calice troviamo profumi di terziarizzazione, che virano su un pot-pourri: di fiori ed erbe meno fresche, note di terra, di fava di cacao, di spezia e foglia di tabacco, una leggera amarena sotto spirito. Il sorso è lungo e avvolgente.
Etna Rosso Vinupetra 2002
Un vino che spiazza, un vero capolavoro. Ha grande personalità ed energia espressiva, complessità ed equilibrio. Si leggono all’olfatto le note floreali di rosa purpurea, prugna nera selvatica, liquerizia e una spinta balsamica di alloro. Un vino saporito, profondo e vivo, che dimostra la possibilità di fare vini rossi sull’Etna che durano venti anni, senza alcun cedimento.
Alcune foto (Vincenzo Ganci, Migi Press)