di Francesca Landolina
Il Sud d’Italia? Nel vino sta vivendo un secondo Rinascimento secondo il wine writer Robert Camuto che a Taormina Gourmet conduce una masterclass, insieme a Federico Latteri, su otto vini del Sud, raccontando le suggestioni e le emozioni nate nel corso del suo viaggio nel Meridione d’Italia, che lo ha portato a scrivere le pagine del suo ultimo libro, Altrove a Sud (edizioni Ampelos).
“Come spiego nel libro per me l’Italia comincia dal Sud perché mia nonna era di Vico Equense ed io per la prima volta sono arrivato nel Bel Paese per andare da lei. Ho ricordi di infanzia fatti di profumi, sapori e affetto. Nel Sud ho scoperto generosità, rispetto, emozioni. Ho deciso così di ritornare per raccontare questo Sud, soprattutto nel mondo del vino, che vive un momento di rinascita”, afferma il giornalista. I dieci vini in degustazione sono narrati attraverso aneddoti e suggestioni, senza soffermarsi troppo su aspetti tecnici. “Ottimi i vini rossi, ma facciamo attenzione ai bianchi del Sud – afferma Camuto – sono una sorpresa, quello che non ti aspetti”.
Cirò Rosso Classico Superiore 2018 – Cataldo Calabretta
Siamo in Calabria e il vitigno è il Gaglioppo di Cirò. Si tratta di un rosso che sa esprimere il territorio. Un vino fatto fa un produttore, si racconta durante la masterclass, che fa parte di una nuova compagine calabrese di produttori da rinascimento vinicolo.
Montepulciano d’Abruzzo Prologo 2018 – De Fermo
Per me, dice Robert, l’Abbruzzo fa ufficialmente parte di questo Sud. Ha un potenziale incredibile per il futuro. Come è possibile che qui c’erano sono due vignaioli capaci di fare la differenza rispetto al resto, con un divario enorme? Dimostrazione del fatto che un vino buono si poteva fare in queste terre e lo hanno dimostrato, finalmente, i piccoli produttori come De Fermo.
Adarmando 2020 – Gianfranco Tabarrini
Siamo in Umbria, una regione con una mentalità da Sud. Gianfranco Tabarrini è un produttore da Rinascimento. Poche altre parole. Che vino.
Munjebel bianco 2019 – Frank Cornelissen
E poi arriviamo sull’Etna, dove troviamo il belga adottato dalla Muntagna, Cornelissen. I suoi vini cambiano lo stile dei vini etnei, tracciando le origini di una viticultura s,perimentale, rivoluzionaria, talvolta estrema, che di fatto crea un’alternativa intelligente. Insomma, una strada da percorrere, accanto ad altre.
Aglianico del Vulture Titolo 2019 – Elena Fucci
La Basilicata era quasi la regione della miseria del Sud Italia, come mi ha raccontato il papà di Elena Fucci. Qui l’uva si vendeva per i vini del Nord. Elena è cresciuta pensando ad una vita a Milano, lontana dalla campagna, ma nel momento in cui in famiglia si parlava di vendita della terra, ecco che cambia idea. E lo fa studiando enologia e creando il suo Titolo. Lei è una forza della natura. Con lei rinasce il vino del Vulture.
Gioia del Colle Primitivo etichetta rossa (Parco Largo) 2020 – Plantamura
Ed eccola la Puglia. Conosciamo tutti la storia del vitigno pugliese, che matura precocemente. Qui a Gioia del colle, mantiene una freschezza che lo rende meno impegnativo. Un territorio ancora da scoprire, oltre Manduria.
Cesanese di Olevano Romano – Damiano Ciolli
Un vino che per secoli nasce nel contesto delle osterie. I romani sono “duri”, dice Robert. Pensandosi i conquistatori del mondo non hanno dato importanza al Cesenese, in origine, svendendolo. Finalmente è iniziato un percorso nuovo che sradica la mentalità e dà valore ad un vino buono, che esce fuori dai confini e va nel mondo, fino a tornare in terra natìa ed essere apprezzato.
Furore Bianco Fiorduva 2020 – Marisa Cuomo
Qui siamo davanti ad un esempio, vero, di viticoltura eroica. Si parla di terroir, ma qui possiamo parlare di “Mar(roir)”, parola che non esiste, e che mi sto inventando per immaginare, metaforicamente, quella terra. Marisa fa tutto in cantina, è una donna del fare. “Regalandomi l’azienda, mio marito mi ha donato una bicicletta, per imparare a pedalare continuando il cammino nel futuro”, narra Camuto. Per Robert, l’immagine della bicicletta con cui camminare, imparando, è da associare a questo Sud, dal grande futuro.
ALCUNE FOTO (Vincenzo Ganci, Migi Press)