di Francesca Landolina
La contrada Pietrarizzo, sull’Etna, nel versante Nord del vulcano, è considerata dagli stessi etnei una delle zone tra le più pregiate.
Ne è una tipica espressione l’Etna Bianco Doc di Tornatore, azienda del cavaliere Francesco Tornatore, originario di Castiglione di Sicilia, che ha scelto di produrre vino sul vulcano, dopo una lunga tradizione familiare. Il suo è un progetto ambizioso, che conta oggi un’estensione di 65 ettari vitati, notevole sull’Etna; in espansione se si considera il fatto che ad essa si aggiungeranno altri 20 ettari vitati da destinare al Carricante. L’obiettivo è la qualità per Tornatore, che si avvale della professionalità ed esperienza degli enologi Vincenzo Bambina e Angelo Di Grazia. L’azienda si sviluppa a Nord dell’Etna su diverse contrade, ben nove, tra Castiglione di Sicilia e, in parte, Randazzo. Si prosegue costantemente con l’obiettivo di valorizzarle singolarmente. La zona è molto particolare e si inserisce in un contesto naturale prezioso per la vite, tra la valle del fiume Alcantara, molto aperta tanto da accogliere il sole e capace di creare dislivelli di temperature e venti che vanno dal mare verso l’interno e viceversa. Una condizione ideale, quest’ultima, per la salute delle vigne. Intorno, oltre la Valle dell’Alcantara, si trovano le catene montuose, Peloritani e Nebrodi che riparano dai venti di maestrale. Tradizionalmente la zona è vocata per i rossi e per il Nerello Mascalese. Ma si tratta di un dato che affonda le radici in una storia di vita contadina. Il vino, in quel tempo, si faceva per un consumo casalingo e in vigna erano poche le uve bianche. Oggi il Carricante, coltivato in contrada Pietrarizzo a 700 metri rivela invece l’altro volto, quello “bianchista”, del versante Nord e della contrada Pietrarizzo in particolare, con risultati che convincono. Il vino, l’Etna Bianco Doc Pietrarizzo, vede solamente cemento e legno, non l’acciaio. La vinificazione è semplice, tutto ciò che conta si fa in vigna e la vendemmia è un po’ anticipata, quasi da base spumante. La costante al calice è la freschezza e l’acidità che lascia presagire un’evoluzione molto lunga. Durante la masterclass condotta da Federico Latteri a Taormina Gourmet si degustano sei annate dalla 2021 alla 2016.
Pietrarizzo Etna Bianco Doc 2021
Annata abbastanza calda ma senza problemi particolari o eccessi di alcol. Merito dell’esperienza dei viticoltori che hanno vendemmiato in anticipo. Al naso pienezza aromatica, con profumi di frutta bianca matura, fiori gialli, cenni di pietra focaia. In bocca il sorso è fresco, pieno, avvolgente, con un’importante scia sapida.
Pietrarizzo Etna Bianco Doc 2020
Annata di grande equilibrio. Naso intenso con profumi di frutta bianca, ginestra. Sorso disteso, fresco e marcata l’acidità. Maggiore equilibrio e profilo classico. Finale lungo.
Pietrarizzo Etna Bianco Doc 2019
Annata equilibrata. Al naso molto intenso, bouquet fruttato e floreale. Sorso lineare, fresco, vibrante, sapido e di ottimo equilibrio. Sapido. Più performante, ha lunga vita davanti a sé.
Pietrarizzo Etna Bianco Doc 2018
Annata complessa, difficile, piovosa e freddissima. Al naso, compare lievemente un sentore di idrocarburi, solitamente presente in un Carricante maturo. Meno presente l’espressività floreale e fruttata.
Pietrarizzo Etna Bianco Doc 2017
Annata calda e siccitosa, che ha comportato uno stress fortissimo sulle piante. Naso intenso con profumi di frutta molto matura, leggermente esotico, erbe aromatiche, lievi note mielate. Sorso comunque fresco, sapido.
Pietrarizzo Etna Bianco Doc 2016
Al naso intenso, pieno, tutto è messo a fuoco con precisione. Note floreali, erbe aromatiche, sentori di pietra focaia. Sorso fresco, lineare ma più morbido ed avvolgente. Sapido e lungo.
ALCUNE FOTO (Vincenzo Ganci, Migi Press)