di Francesco Pensovecchio
Il Nero d’Avola è il re dei vitigni autoctoni siciliani.
Un report esplicativo è stato presentato alla masterclass “Sicilia Doc Regional Expressions of Nero d’Avola, the King of Sicilian Native Varieties” da Jeff Porter, redattore newyorkese corrispondente per l’Italia di Wine Enthusiast, e da Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela vini della Doc Sicilia, durante Taormina Gourmet 2022. La masterclass è stata condotta in lingua inglese e accompagnata dalla degustazione di 6 etichette provenienti da varie parti dell’isola. Motore dalla fine degli anni ’80 di tutta la produzione vinicola di Sicilia, il Nero d’Avola è un vitigno dalle radici antiche le cui origini si identificano nel sud-est dell’isola, attorno ai comuni di Avola, Pachino presso Siracusa, poi Vittoria nel ragusano. Il termine “Calau Avulisi” ne riporta, infatti, la provenienza, evolvendosi successivamente in “Calabrisi”. L’arrivo in Europa della fillossera ne avrebbe spinto la diffusione; notizie dell’epoca riportano di consistenti spedizioni persino in Borgogna. Alla fine del 18° secolo, il Nero d’Avola era diffuso in tutta la Sicilia costituendo il vitigno a bacca rossa più impiegato, una posizione confermata oggi dai numeri. È la varietà maggiormente presente, in ogni provincia, con 15.387,36 ettari totali e tre principali biotipi.
Tra le sue caratteristiche principali, è un vitigno vigoroso con un grappolo conico e compatto di dimensione medio-grande, le bacche sono di forma ovale. Buona la capacità di immagazzinare gli zuccheri, soprattutto se messa in relazione con il mantenimento della acidità in fase di maturazione. Può tuttavia avere difficoltà nella fioritura. La sua è una acidità primariamente tartarica, con alta acidità totale e basso pH. Medi i livelli di antociani e tannini. Il Nero d’Avola è, poi, uno straordinario trasmettitore del terroir conferendo al frutto differenze chiare e significative dipendentemente dove viene coltivato. “Anche lo stile di vinificazione – ha commentato il presidente Antonio Rallo – è profondamente cambiato negli ultimi anni, meno espressioni estrattive, muscolari, di pieno corpo. Stanno invece emergendo, sempre più spesso, versioni eleganti, territoriali, in grado di valorizzare i diversi terroir dell’isola”. La degustazione
Doc Sicilia, Nené 2020 – Fondo Antico
L’area di produzione è quella di Trapani, le vigne si trovano in zona collinare a 200 mt. slm. I suoli, calcare e sabbia. La vinificazione avviene in acciaio. Il nome Nenè rende omaggio al racconto “Il Mare Colore Del Vino” di Leonardo Sciascia. Il vino è fresco, fruttato con spiccati riferimenti alla ciliegia e ai frutti di bosco. Molto buona la beva.
Doc Sicilia, Regaleali Nero d’Avola 2020 – Tasca d’Almerita
La tenuta Regaleali, proprietà della famiglia Tasca, si trova nel cuore della Sicilia. Questa etichetta è un classico della enologia isolana. Pungente ed austero al primo assaggio, dopo qualche minuto si apre generosamente con sentori di ciliegia e mirtillo, cui seguono fini note balsamiche. In bocca è agile e piacevole.
Doc Vittoria/Sicilia, Contesa del Venti, Nero d’Avola 2020 – Donnafugata
Prodotto nel sud-est, le vigne si trovano a 120 metri sul livello del mare presso i comuni di Vittoria e Acate. I sui sono una composizione di sabbia e calcare, a medio impasto. Il clima è caldo temperato, mitigato nel periodo estivo da una brezza che giunge dal mare. La fermentazione e la maturazione avvengono in acciaio. Il vino riposa in bottiglia per 7-8 mesi prima di essere messo in commercio. Il vino si distingue per i sentori floreali e fruttati di lavanda, susina e ciliegia. In bocca è avvolgente ed elegante.
Doc Sicilia, Amira Nero d’Avola 2019 – Principi di Butera
L’area di produzione è quella di Butera in provincia di Caltanissetta, a 300 metri di altitudine. Fermentazione e macerazione avvengono in acciaio. Successivamente, il vino affina in botti di rovere di Slavonia da 30 e 60 ettolitri, cui si aggiunge un affinamento in bottiglia. Il colore è rubino cupo. Al naso ciliegia nera, viola, vaniglia e spezie. Al palato è rotondo, scorrevole. Buona persistenza.
Doc Sicilia, Santa Cecilia Nero d’Avola 2018 – Planeta
L’area di produzione è Noto, Siracusa. I suoli prevalentemente calcarei con una piccola frazione argillosa. La fermentazione avviene in vasche d’acciaio con 3 rimontaggi al giorno. Il vino viene quindi macerato per oltre 30 giorni. Segue un affinamento in legno nuovo per il 10%, 20% di secondo passaggio, 35% per il terzo e 35% per il 4° passaggio. L’affinamento in bottiglia è di un anno. Il colore è rosso porpora tendente al viola. Al naso prugna e amarene, con sentori agrumati e di carruba. Al palato è energico, compatto, eppure fresco e scorrevole. Lunga la persistenza.
Doc Sicilia, Lu Patri 2018 – Baglio del Cristo di Campobello
L’area di produzione è Agrigento, presso il comune di Campobello di Licata,a 250 metri sul livello del mare, i suoli sono principalmente calcarei. La fermentazione avviene in acciaio con rimontaggi giornalieri, segue un affinamento in legno piccolo francese per 12 mesi e ulteriori 12 in bottiglia. Il colore è rosso rubino luminoso. Naso intenso con more, amarene ed erbe aromatiche. Al palato è caldo e avvolgente, chiude con un allungo in freschezza. Particolarmente elegante la trama tannica. Lunga persistenza.
ALCUNE FOTO (Vincenzo Ganci, Migi Press)