di Titti Casiello
Dici Montalcino e dici Brunello, dici Brunello e dici Brunello di Montalcino, e non c’è un solo essere vivente che non conosca questa semplice equazione.
Con gli standard qualitativi ai quali ogni anno ci sta abituando il nostro Brunello di Montalcino, non abbiamo più, infatti, alcuna necessità di andare costantemente d’oltralpe per ritrovare quei parametri che comunemente assurgiamo per stabilire la qualità di un buon vino. Tra i vari borgognoni o bordolesi, grazie al Brunello di Montalcino, la qualità del made in Italy entra infatti a gamba tesa e senza luogo ferire scavallando i più e sorpassando i molti. E se in un mondo di mode la cosa sorprendente è di essere normale ciò che più dimostra la serietà di questa denominazione e dei soci del Consorzio è senza dubbio di non essersi fatti affascinare dall’affabulatorio mondo della domanda e dell’offerta. Tutto il mondo vorrebbe bere Brunello di Montalcino, eppure su un territorio di trentamila ettari solo 2100 sono vitati per la produzione di Brunello. Un numero che dal lontano 1997 non è mai aumentato. E la ragione sta, tutta, di nuovo, nel “brunelleggiare”: perché solo in quel preciso territorio – e non altrove -il Sangiovese si trasforma in quello stato di grazia che prende il nome poi di Brunello e che forse il significato che darebbe la Garzanti è riferito a quella somma ultima di acidità temperata, di profondità olfattiva, di leggiadria della materia avvertita, di astringenza vellutata e di delicata alcolicità.
Ed è così che in una Masterclass guidata dal Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci e dalla giornalista Fosca Tortorelli il vino più celebre d’Italia sfila a Taormina Gourmet 2022 tra dodici produttori capisaldi di questa Denominazione. Il leitmotiv è tutto su un’annata, la 2017. Uno di quei rari caso dove verrebbe da dire che il ’17 non porta sfortuna. “Il Brunello di Montalcino 2017 stupisce pe prontezza, freschezza ed accessibilità.” Queste le parole di Gabriele Gorelli Master of Wine italiano. Certo, senza dubbio, la 2017 porta il grosso fardello di arrivare subito dopo le annate ’15 e ’16, ormai entrate nell’olimpo dei riconoscimenti internazionali. Eppure queste sua sottigliezza, così diverse rispetto all’immaginario collettivo al quale siamo abituati pensando al Brunello, ci offrono l’altra faccia di una medaglia sorprendente fatta di immediatezze e comprensibilità. Queste le caratteristiche che definiscono un Brunello classe 2017. L’uso del legno, poi, risulta (finalmente) accorto, con ciò dimostrando un ulteriore sistemazione di stile tra i produttori, tra consapevolezza nel saper affrontare difficoltà oggettive di un’annata e la consapevolezza, al pari, di saper interpretare secondo le proprie personali cifre stilistiche. E, alla fine, fatto sta, che aldilà di qualsiasi chiacchiericcio e vociare, la voce narrante, in ogni caso, anche, quest’anno è solo una: quella del sangiovese “perché è sempre la gestione della vigna che risulta l’elemento portante per poter parlare di Brunello di Montalcino” afferma Bindocci.
La degustazione
Brunello di Montalcino 2017 Argiano
L’insieme dei profumi arriva con precisione e linearità in un calice che si connota di piccoli frutti rossi selvatici, poi agrume di cedro, rosmarino e alloro. In bocca l’avvolgenza e la struttura sono ben integrate grazie ad un sorso dinamizzato da acidità e richiami fruttati.
Brunello di Montalcino 2017 Banfi
Un olfatto introverso si nasconde tra fiori in infusione e note di poutpouri. E quella stessa matrice floreale pare ritornare in retronasale dopo aver regalato un sorso che entra con una piacevole morbidezza e una chiusa mediamente sapida.
Brunello di Montalcino 2017 Canalicchio di Sopra
Un’eleganza olfattiva che rimanda immediatamente alla luminosità. Sensazione discordante rispetto all’olfatto certo, eppure quella luce si avverte nel naso sotto forma di amarena e di rose rosse, mentre è una foglia di ulivo a rendere la descrizione intrigante e incisa. E la bellezza sta tutta in un sorso diretto dove il tessuto tannico è finemente inserito ed integrato regalando in ultimo una lunga chiusura sapida e agrumata.
Brunello di Montalcino 2017 Casisano
Sono le colline più alte della zone, su una terrazza a circa 500 metri di altitudine che domina la zona sud-est del territorio di Montalcino, e saranno proprio queste colline a regalare una verticalità olfattiva tra foglie di tabacco e sentori di radici, mentre una piacevole e confortevole nota di amarena lascia piano piano lo spazio ad un sorso la cui struttura gioca tutta sulla componente vulcanica del terreno e regala una dinamicità che viaggia tra sapidità e freschezza.
Brunello di Montalcino 2017 Cordella
Rose rosse e sbuffi floreali per un Brunello che gioca tutto sull’immediatezza di una polpa fruttata succosa e, forse, già matura. E così il suo sorso, che regala un bel centro bocca, per poi andare via con una certa brevità.
Brunello di Montalcino 2017 Franco Pacenti
Nella zona nord del versante, quella che guarda verso Buonconvento, il calice si racconta tra bacche selvatiche, sottobosco e resina in un sorso teso che regala un buon equilibrio tra tannini (forse ancora un po’ nervosi), e un frutto maturo e succoso.
Brunello di Montalcino 2017 Il Poggione
L’apertura olfattiva è una lunga linea sinuosa tra l’amarena e le rose rosse, mentre i rimandi terziari, quasi felpatamente, arrivano e con calma, si concedono in un calice che sa regalare piacevolezza ed eleganza in ultimo. Quelle stesse sensazioni che si avvertono, poi, al gusto in un perfetto equilibrio che sa trascinare il sorso in una lunga persistenza.
Brunello di Montalcino 2017 La Poderina
Aromi di macchia mediterranea e eucalipto in una tonalità rosso rubino con riflessi color granato, anticipano un sorso che in realtà, però, non riesce a superare il centro bocca.
Brunello di Montalcino 2017 Luce
Spezie e balsamicità , che giocano a nascondino in un sorso che risulta di buona fattezza con una compresenza ordinata di note calde e di organica freschezza.
Brunello di Montalcino 2017 Renieri
Si va verso est, e il calice si fa misurato e silenzioso, mostrandosi, seppur in sottotono, con una grande articolazione olfattiva. Le matrici floreali e fruttate sanno, infatti, giocare con terziari puliti, che generano sensazioni di eleganza olfattiva. Una maggiore spinta sapida, forse, avrebbe, regalato, un sorso che, in ogni caso già di per sé si mostra piacevole.
Brunello di Montalcino 2017 Sassodisole
Rimanendo sulla stessa linea longitudinale, il calice regala una lettura completamente diversa tra note di grafite e una grande articolazione balsamica e speziata. Profondo, intenso e perfettamente integrato è poi il suo sorso.
Brunello di Montalcino 2017 Tenute Silvio Nardi
A nord ovest le vigne di Montalcino regalano un naso suadente tra la viola e una nota vegetativa alpina, dove il sorso sosta su registri più maturi e caldi, tra corpo, alcol e una trama gustativa fitta e robusta.
ALCUNE FOTO (Vincenzo Ganci, Migi Press)