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La degustazione dei vini del 2000. Tecnici ed appassionati hanno promosso le etichette siciliane che sfidano il tempo
La longevità che piace
A Verona la Sicilia che sfida il tempo piace e sorprende. I dodici vini siciliani dell’annata 2000, presentati al wine tasting organizzato da Cronache di Gusto in collaborazione con l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, hanno conquistato esperti e appassionati italiani e stranieri. Un bianco, nove rossi e tre dolci, ciascuno espressione di uno specifico territorio vitivinicolo dell’Isola.
Da nord a sud, isole minori comprese, dieci anni dopo, si è rivelata una Sicilia forte, concentrata, con un bouquet di aromi e profumi ancora vivo e carico. Avere potuto assaggiare così tanti vini nello stesso momento, per molti operatori del mondo del vino è stata una grande opportunità per apprendere le potenzialità dell’enologia siciliana. Lo afferma Brandy Falconer giornalista californiana del magazine Grapelive.com: “Negli Stati Uniti i consumatori non sono abituati a cercare vini longevi di un particolare territorio. Se li acquistano, cercano i vitigni più conosciuti. Questa degustazione dimostra che sull’Isola non si trova solo vino ma valore. Il valore al giusto prezzo. E questo noi comunicatori vogliamo fare arrivare alla gente. Sono davvero rimasta impressionata di come, anche dopo dieci anni, si siano mantenuti così forti i profumi”.
Anche l’Olanda è stata conquistata dalla longevità. Robert W. van MBA, buyer olandese, ha manifestato il suo entusiasmo per l’opportunità di potere assaggiare in un colpo solo l’Isola. “Un’occasione per noi stranieri di poter testare le differenze del territorio. Zone così diverse l’una dall’altra, proprio dal punto di vista della percezione”. Il parere dei tecnici più famosi d’Italia, Bambina e Centonze inquadrano questi vini come figli del loro tempo, ottimi esemplari di un’annata particolare molto calda. “Il 2000 è stata un’annata in cui si faceva vino seguendo l’evoluzione del rosso californiano, prediligendo la concentrazione e la potenza. Esemplari eccellenti in cui però manca la differenziazione territoriale. Cosa su cui adesso vogliamo e dobbiamo puntare”. Dello stesso avviso l’ex ministro Calogero Mannino, produttore della cantina Abraxas, presente al tavolo di degustazione: “La Sicilia a lungo termine può funzionare, però se si parte dal mantenimento delle differenze territoriali. Non è più un problema di vitigno, la differenza sta nel territorio”. Il pregio di avere mantenuto intatte le caratteristiche dell’uva e del territorio è ciò che lo ha entusiasmato. “Per quanto riguarda i rossi – aggiunge Mannino – distinguere alcuni significa fare torto agli altri. Tutti hanno mantenuto intatte le loro caratteristiche. E questo è un gran pregio”.
La complessità e la stratificazione sono le caratteristiche che più hanno colpito i palati degli esperti, come Fiorenzo Sartori, enotecaro genovese di Vinoteca-online.com. “La longevità è un plus, certo difficile da reperire. Il tempo misura la qualità. I vini longevi, anche quelli siciliani, possono avere un mercato. Ma devono essere spiegati e comunicati”. A prendere appunti sono stati i degustatori non esperti ma curiosi. “Qua ci si perde – dice Luisa Agostinis appassionata di vino friulana -. Abbiamo degustato Cabernet longevi friulani. I cabernet che abbiamo assaggiato adesso però sono molto più profumati e più alcolici”.
Manuela Laiacona