06-04-08 h 17.00
Una ricerca delle Università di Palermo e Bologna permette di ridurre i casi di allergie nei soggetti predisposti
Vini bianchi, al bando
l’anidride solforosa
Le Università di Palermo e Bologna hanno sperimentato la produzione di vino bianco riducendo al minimo l’impiego di anidride solforosa che può causare manifestazioni allergiche nei soggetti predisposti.
La fase di sperimentazione ha riguardato la vinificazione di Inzolia ed è stata condotta nelle cantine Foraci e San Francesco di Mazara del Vallo, nel Trapanese. L’anidride solforosa viene utilizzata per impedire la proliferazione batterica, controllare la flora fermentante e per le sue proprietà antiossidanti. In pratica, l’anidride solforosa è lo strumento principe per il controllo della stabilità chimico-fisica e microbiologica in vinificazione e la sua sostituzione richiede la risoluzione di una serie di problemi di carattere tecnologico. In assenza dell’anidride, i ricercatori hanno aumentato la sanità delle uve, l’igiene della cantina e delle attrezzature, la riduzione al minimo dei fenomeni di dissoluzione di ossigeno. In alternativa ai solfiti sono stati utilizzati un enzima, il lisozima, e il tannino di galla. “Si tratta di una sfida formidabile, ma i risultati sono stati molto positivi – spiega Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura -. Si possono aprire nuove opportunità per l’intero settore. Dalla ricerca scientifica possono arrivare le risposte che i consumatori cercano e la normativa europea c’impone”.