LE GRANDI VERTICALI
Gaglioppo e Cabernet Sauvignon i protagonisti di questo importante rosso dell’azienda Librandi. Ecco i millesimi che più ci hanno impressionato
Gravello, 5 annate
a confronto
Dei vini del Sud si parla sempre troppo poco. La ricerca non è facile e, anche quando ci s’imbatte in qualche perla enologica, raccontare con entusiasmo di una bella sorpresa non è sempre comodo. La Calabria, poi, sembra davvero lontano da tutto e tutti.
O per lo meno, tutti pronti a giurare che è un posto dove si producono ottimi vini, nei fatti però è pressoché assente dal panorama enologico italiano.
Nel tentativo di scardinare questo possibile inconveniente, proponiamo un vino chiave di alto profilo, un simbolo della Calabria. E’ di Librandi, una famiglia che coltiva nell’area di Cirò Marina, provincia di Crotone, da oltre quattro generazioni, e che però imbottiglia solo dal dopoguerra. Nel tentare una descrizione di Cirò e dei suoi luoghi, troviamo utile una definizione di uno storico-teologo tratta da Wikipedia: “Punta Alice (è proprio il luogo di Librandi, ndr) è un luogo di pace e di riposo: è un angolo di terra, dove si ascolta il leggero mormorio delle acque del risonante azzurro Ionio ed il sussurro soffice del fogliame del vicino bosco. La brezza marina, che scuote i rami e le foglie degli alberi verdeggianti, si trasforma in una musica, che accompagna e culla i sogni del solitario turista, che va in cerca di silenzi arcani e di solitudine”. Il segreto è proprio in queste poche parole, tanto semplice quanto evidente. E’ la felice posizione geografica, una vallata a poca distanza dal mare e con le montagne della Sila alle spalle, ad assicurare un’ottima escursione termica tra il giorno e la notte e, quindi, una qualità della materia prima superiore. Un canale privilegiato percorso da freschi refoli, soffi di sale, e scaldato dalle ardenti estati del sud-Italia.
Tra gli otto diversi vitigni coltivati da Librandi, il Gaglioppo è una delle varietà strategiche, antica ed autoctona delle terre di Cirò, conosciuta anche come il “principe nero”. Il suo colore è blu cupo con intensi riflessi rubino. E’ il diretto discendente dell’uva con la quale veniva prodotto il vino Crimissa, e Cremissa è il nome greco antico di Cirò.
La produzione inizia nel 1988, un periodo di intima trasformazione del vino italiano nel quale s’iniziano a comprendere le complesse logiche di commercio internazionale, unitamente a scelte di gusto orientate a modelli francesi. Sono gli anni italiani dello Chardonnay e del Cabernet Sauvignon, anni nei quali i produttori meglio orientati sul mercato cercarono di sfruttarne l’appeal. Immaginiamo che in Librandi la scelta di un matrimonio 60% Gaglioppo e 40% Cabernet abbia costituito la soluzione per conservare una forte identità e, contemporaneamente, acquistare un passaporto valido per l’espatrio. In effetti è proprio così, lo confermiamo a degustazione fatta, com’è vero che la più che discreta presenza del vitigno francese lo renda un vero e proprio “animale da palcoscenico”. Un affinamento in barriques per 12 mesi e la permanenza in bottiglia di sei mesi prima della commercializzazione lo svezzano e gli conferiscono quell’eleganza di taglio internazionale molto amata dalla critica, almeno sino a qualche anno fa. Il numero delle bottiglie prodotte annualmente oscilla sulle 90.000 unità. La regia enologica è affidata alla consulenza del piemontese Donato Lanati.
Francesco Pensovecchio
Le foto sono di Igor Petyx
(La degustazione è stata condotta presso l’Enoteca Picone di Palermo. Vi hanno preso parte Fabrizio Carrera, Manuela Laiacona, Francesco Pensovecchio e Francesco Picone)
Gravello 2000
88/100
Questo vino prodotto nella vendemmia 2000 è ancora oggi in splendida forma. Dal colore rosso rubino con vivi riflessi granati, propone un naso caldo, ancora fruttato e avvolto da sobria eleganza. Frutti di bosco, tabacco e liquirizia sono chiaramente percepibili. In bocca è netto, luminoso, scorrevole. I tannini sono eleganti e rotondi, quasi carezzevoli. L’uso del legno è lodevole.
Gravello 2001
80/100
Una versione leggermente meno performante dell’anno precedente quella del 2001. Il colore è granato cupo con riflessi rubino. Al naso si vanno perdendo le note fruttate, in favore delle balsamiche e delle speziature del legno. Liquirizia e cioccolato emergono slegati dai profumi primari. Un naso leggermente scomposto ma serrato da un’energica persistenza olfattiva. In bocca è fresco e vigoroso, Un rosso con tutta l’irruenza del Sud.
Gravello 2003
89/100
Il colore è rosso rubino cupo con venature granato e viola. Naso composto, pieno, energico. Chiari sentori di ciliegia nera sotto spirito, frutti di bosco, soprattutto more, cioccolato, legno e cuoio. In bocca è pieno, rotondo, impegnativo. Il gioco tra corpo e freschezza è tra i migliori, anche per equilibrio e armonia. L’integrazione tra Gaglioppo e Cabernet rasenta la perfezione.
Gravello 2004
86/100
E’ di colore rosso rubino pieno, qualche accenno a riflessi granato. Ampio e personale lo spettro olfattivo: amarena, frutti rossi maturi, toni speziati di legno nuovo con sfumature balsamiche di eucalipto. Note salmastre seguono l’inconfondibile nota animale e selvaggia del Gaglioppo. In bocca è elegante, sapido, di buona stoffa. Finale lungo e di notevole personalità. Adatto a chi vuole sottolineare le espressioni più marcate e tipiche della Calabria. Nonostante il Cabernet.
Gravello 2007
87/100
Il colore è rosso rubino carico con riflessi violacei. Naso elegante, inaspettatamente fresco e composto. Media la persistenza e notevole il carattere. E’ ricco di frutti rossi, ma ingentilito da una fine balsamicità e speziatura. Tra questi, pepe nero, liquirizia, caffè e fichi secchi. In bocca palesa un corpo leggermente meno intenso delle precedenti annate, probabilmente per questo più facile nella beva e di maggiore immediata piacevolezza. Finale sapido con un pizzico di piacevole amaro.
Un momento della degustazione
Manuela Laiacona
Francesco Picone
Francesco Pensovecchio
Le bottiglie utilizzate per la degustazione