LE GRANDI VERTICALI
Otto annate di Ceuso, rosso “internazionale” dove non manca il determinante apporto del Nero d’Avola. Ecco le annate migliori
Bordeaux? No, Alcamo
“In garagistes stat virtus”. Ebbene sì, il garage è un luogo formativo dove molte aziende oggi famose hanno iniziato la loro brillante avventura. Non stiamo parlando di macchine, ma di vino.
Calma, attenzione, studio, sperimentazione, possibilità di controllo immediato di ogni piccola quantità o singola caratteristica dell’uva, di ogni passaggio nella sua trasformazione in vino… ecco, sono questi i prerequisiti per l’ottenimento di un prodotto eccellente, prerequisiti che ben si coniugano con la calma di un, appunto, garage. Gli esordi di Vincenzo, Antonio e Giuseppe Melia, assieme al cognato Francesco Vallone avvengono in un contesto di questo tipo, e a chiedere ci ridono su, ma solo fino a quando, ci raccontano, trovi un paio di giapponesi con una rivista in mano fuori dalla porta. E’ lì che inizi a preoccuparti, con soddisfazione, e capisci che il tuo lavoro lo stai facendo bene. I primi numeri sono 6.000 bottiglie in totale. Un giochino tanto per passione. I Melia sono però viticoltori da generazioni e l’ambizione di fare un grande rosso siciliano c’è ed è consapevole. Il periodo è quello dei primi anni ’90: i vitigni internazionali, soprattutto Cabernet Sauvignon e Merlot, sono di gran moda. La critica nordamericana indica il trend. I designer del vino, Tachis in testa, espandono la loro fama. E’ un momento – è proprio il caso di dire – di grande fermento nel mondo del vino. I vigneti dei Melia, 50 ettari collinari tra Alcamo e Calatafimi Segesta, insistono su una terra tradizionalmente di bianchi. Il progetto del “super rosso siciliano” inizia qui, nel 1995, trovando la sua formula nella percentuale 50% Nero d’Avola e 50% tra i due vitigni internazionali prima accennati. La scelta si rivelerà vincente. Le vendemmie sono tutte separate. S’inizia dal merlot a fine agosto. Dieci giorni dopo tocca al cabernet sauvignon e a seguire il nero d’Avola. La vinificazione avviene in vasche di cemento mentre l’affinamento, per un anno circa in tonneau da 500 litri di rovere francese, avviene sia in uvaggio sia in purezza, dipende dall’annata e dalle esigenze. Questo per i primi anni. Poi, tra il 1999 ed il 2000, si introducono cambiamenti sostanziali. Nel 1999 viene rilevato un antico baglio, gia’ cantina, risalente al 1860. Verrà ristrutturato e dotato di moderna tecnologia. Nel 2000, per l’affinamento, si opterà per le più piccole barrique di Seguin Moreau. E non finisce qui, perché all’affinamento in legno segue un lungo riposo in bottiglia. Infatti, nel 2011 uscirà proprio il 2007, tra tre e quattro anni dopo la vendemmia.
Tra bianchi e rossi la produzione è giunta a 150.000 bottiglie complessive. Niente male per dei garagisti.
Otto i vini per questa verticale, una degustazione che percorre la strada della particolare e difficile unione tra il nero d’Avola e i vitigni internazionali, qui merlot e cabernet sauvignon. Una strada percorsa dai Melia con professionalità e coraggio.
LA VERTICALE
Ceuso 2007
85/100
Il vino ha una veste magnifica, esemplare. Il colore è rubino cupo, fitto, con qualche riflesso violaceo. Naso intenso di ciliegia nera, prugne, frutti di bosco e peperone. Appena accennati i toni pepati e la tostatura del legno. In bocca ha un corpo pieno, potente, i tannini sono vivi e l’acidità netta. Finale fruttato, lunga persistenza. Serve del tempo per trovare la giusta armonia.
Ceuso 2005
86/100
Colore rosso rubino cupo, fitto, con riflessi granati. Naso elegante, ricco di sfumature: violetta, prugna, ciliegia, carruba, peperone, liquirizia, cenni di vaniglia e grani di caffè tostato. Legno.
Di struttura possente, in bocca evidenzia un corpo pieno, vigoroso, i tannini sono vivi e l’acidità fresca. Finale intenso, persistente, piacevole. Buona evoluzione.
Ceuso 2004
87/100
Rosso rubino intenso con riflessi granato. Al naso frutti di bosco, spezie, tabacco chiaro, nocciola e vaniglia. In sottofondo aromi di cannella ed eucalipto e l tostatura del legno. In bocca si esprime con energica intensità, quasi squilibrio, mostrando dei tannini ancora non docili. Buona la persistenza aromatica intensa.
Ceuso 2003
80/100
Colore rosso rubino cupo con riflessi granati. Naso intenso, complesso, con fini note del legno in primo piano. Si aggiungono richiami floreali e di frutta matura, quali ciliegia e mora. In secondo piano sentori vegetali, di ginepro e di tabacco chiaro. Cenni di ossidazione. In bocca è morbido, caldo. I tannini sono rotondi. Media lunghezza e persistenza aromatica appena cedevole. Una spossatezza che trova la risposta in un’annata caldissima. Tra l’altro, il 2002 non è stato prodotto neppure.
Ceuso 2001
85/100
Alla vista è di colore granato scuro. Profumi intensi di amarena sotto spirito, cacao amaro e prugne disidratate. Integrano, in seconda linea, note di caffè e nocciola del legno. In bocca e? strutturato, ampio, rotondo, ottima l’armonia complessiva. Rassicurante, è piacevole ma senza particolare slancio, soffre un po’ per pacatezza.
Ceuso 2000
86/100
Ceuso 2000
Colore rosso granato, netto. Naso intenso di ciliegia nera, prugne, frutti di bosco e peperone. Appena accennati i toni pepati e la tostatura del legno. In bocca ha un corpo pieno, potente, i tannini sono vivi e l’acidità netta. Finale fruttato e di lunga persistenza. Ottima evoluzione.
Ceuso 1999
88/100
Sorprende questo 1999. Dopo oltre 11 anni è un vino vitale e generoso, elegante per armonia e complessità. Colore rosso granato, cupo. Naso armonico ed elegante di frutta rossa in confettura, pepe nero, note balsamiche di eucalipto. Evoluzione verso il tabacco e il cuoio. Il legno è perfettamente integrato e non più percepibile singolarmente. In bocca evidenzia una trama fitta ancora fresca, ottimo equilibrio tra i tannini e la morbidezza del vino. Viva l’acidità. Il corpo è intenso. Finale lungo e di notevole armonia. E’ il vino migliore della batteria.
Ceuso 1997
84/100
Colore rosso granato, intenso. Il naso è leggermente evoluto con richiami di confettura di more, cacao, prugne disidratate e amarene sottospirito. Si aggiungono sentori di terra, cuoio ed eucalipto. Al palato è elegante, equilibrato. Piacevole sapidità unita a tannini chiari ed ancora presenti. Buona persistenza aromatica.
Francesco Pensovecchio
Foto di Igor Petyx
Un momento della degustazione
Un momento della degustazione
Luisa Melia
Gaspare Bianco
Giuseppe Melia