Il saccarosio un glucide formato dall’unione di glucosio e fruttosio comunemente chiamato zucchero, è una sostanza che si trova in natura estratta principalmente dalla barbabietola e dalla canna da zucchero; il suo uso nel tempo ha sostituito quello del miele, di molto più antico ma meno versatile.
Solo intorno al 1500 d.C. questo alimento divenne di largo consumo, da qui cominciò a diffondersi la pasticceria e questo ha cambiato inevitabilmente le nostre abitudini alimentari. La stessa percezione del sapore comincia così a cambiare dettando nuovi parametri di valutazione del gusto.
Dal punto di vista nutrizionale il saccarosio è una fonte energetica in grado di fornire circa 4Kcal per grammo ma una quantità di minerali e vitamine non rilevante (riferito sia allo zucchero bianco che di canna). La sua presenza nella nostra dieta come alimento aggiunto alle nostre ricette, potrebbe essere dannoso se non fatto in modo consapevole e occasionale.
Un recente studio proveniente dallo Utah e pubblicato su Nature Communications, ha dimostrato come somministrare dello zucchero in concentrazioni ritenute sicure per la salute (l’equivalente della quantità di zucchero contenuta in 3 lattine di soda) abbia dei risvolti negativi sulla salute.
Nello specifico, la ricerca che è stata condotta su animali a cui è stato aggiunto il 25% dell’apporto calorico giornaliero in zucchero, ha dimostrato che le femmine avevano un incidenza doppia di morte, mentre i maschi avevano una riduzione della loro capacità di difendere il territorio e di riprodursi. Di certo si tratta di studi condotti su animali, ma ormai è assodato che livelli alti di zucchero nel sangue siano responsabili dell’aumento di specie ossidanti come gli AGE (advanced glycation end-product), in grado di aumentare la concentrazione dei radicali liberi che se non controllati risultano dannosi per la salute accelerando i processi di invecchiamento e favorire il manifestarsi di numerose patologie.
Ma allora quale rimedio?
L’unico attualmente disponibile è limitare il consumo di qualsiasi zucchero aggiunto e preferire alimenti con un basso indice glicemico, come riportato in questa ricetta vegetariana, una torta salata di bietole:
· un mazzo di bietole (c.1kg)
· 1 tazza di quinoa
· olio extravergine di oliva qb
· 2 spicchi di aglio
· ½ cipolla rossa di Tropea
· 50g di nocciole
· 1 mazzetto di basilico fresco
· sale marino integrale
· peperoncino
· mezza tazza di semi vari (semi di girasole, semi di zucca, semi di lino, semi di sesamo)
· 2-3 pomodori pachino
· qualche foglia di basilico fresco
Bollire la quinoa in una quantità di acqua pari atre volte il suo peso e aspettare che quest’ultima venga assorbita del tutto; in un contenitore a parte sbollentare le bietole per circa 5 minuti Ridurre le nocciole a farina (non troppo fine) con un robot da cucina o un macinino. Una volta lessate le bietole, porle in un robot da cucina insieme ad un po’ di acqua di cottura (bastano 2-3 cucchiai). Aggiungere olio, sale, aglio, cipolla e peperoncino, e tritare.
Unire il composto di bietole alla quinoa, mescolando con un mestolo. Aggiungi le nocciole, il basilico e i semi interi.
Versare il tutto nello stampo, e lasciare riposare in frigorifero per almeno 3-4h. Servire freddo con una decorazione di pomodorini tagliati a rondelle, un filo d’olio extravergine di oliva e qualche ciuffo di basilico.
Buon appetito!
Andrea Busalacchi
Esperto in nutrizione e integrazione nutrizionale
Docente presso le Università Bicocca di Milano
e UniCt di Catania
perunapelleperfetta@gmail.com
Fb: Andrea Busalacchi