Non solo Simmenthal. Le foto inviate via email da un produttore di vino siciliano documentano l’uso improprio della Doc più antica dell’Isola. E’ il momento di fare qualcosa
Negli Usa il Marsala
è una salsa
Non solo Simmenthal. Il Marsala all’occorrenza lo si trova sotto forma di una salsa. Scandalo? Macché. Per il Consorzio e per alcune aziende che producono Marsala, a giudicare dalla replica ai nostri articoli e alle dichiarazioni del professore Attilio Scienza, è assolutamente normale.
Le foto che pubblichiamo, a corredo di quest’articolo, le ha inviate via email dagli Usa un produttore siciliano di vino. Che sta seguendo con tanto interesse e apprezzamento – sono parole sue – la nostra campagna sulla Doc più antica di Sicilia. Le foto sono state fatte da William Sanoma, che è una catena di food shop in Usa dove si vende per l’appunto salsa al Marsala prodotta in California.
Il bello è che non siamo di fronte a un caso di pirateria alimentare molto diffusi nel mondo a danno dell’Italia, come la mozzarella fatta in Cina o la storia del Parmesan (poi vinta dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, per esempio).
È tutto, per così dire, lecito. Ma a noi fa venire il voltastomaco. Continua a farci una certa impressione negativa vedere il nome del vino Doc siciliano più importante sbattuto a destra e a manca senza quel minimo di rispetto e di autorevolezza che invece la storia di questo vino imporrebbe. Insomma, il messaggio che passa è che del Marsala se ne può fare quello che si vuole. Esistono Doc in Italia che sono trattate allo stesso modo? Se ritenete di sì, per piacere, scriveteci. Ne parleremo, è ovvio. Il dibattito sul Marsala continua. Il nostro obiettivo è rimasto immutato: ridare dignità a questo grandissimo vino che è la stessa storia della Sicilia.
F. C.