A proposito del Marsala, tra produttori che hanno favorito il declino e chi tutela l’eccellenza. La testimonianza di un marsalese Doc
Il rilancio è possibile
di Attilio L. Vinci *
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Il vino Marsala, ormai un trucco enologico e nient’altro!…Non credo in tutta la DOC! Non vedo futuro!” Il prof. Attilio Scienza, stimatissimo, anche da chi scrive, luminare di vitivinicoltura, presidente del corso di laurea di viticoltura ed enologia dell’Università di Milano, è sembrato molto duro, rigidamente chiuso da un sentenziar generico e globale nelle accuse su virgolettate. E, nonostante il suo imprecare “peccato” quale “turlupinato” (Vedi intervista di M. Laiacona) pur asserendo verità incontestabili, non sembra nemmeno molto rispettoso della storia e del prestigio di , per sua sincera ammissione, quel grande prodotto, qual è il Marsala, da secoli ritenuto uno dei vini mito dell’enologia italiana, nonché il Principe dei vini italiani da dessert.
Da marsalese, nato tra i profumi di rovere (papà , falegname, inizialmente produceva anche botti ), e cresciuto tra l’olezzar dei mosti e gli invitanti profumi del Marsala, avrei piuttosto gioito per una critica, pur sempre dura, ma circostanziata, più mirata. Magari con un finale indicativo di possibilità di rilancio; anche per essere una critica costruttiva. Invece, sempre il prof. Scienza: “Non credo alla serietà che sta dietro alla produzione del Marsala”.
E’ vero ed arcinoto che, purtroppo, alcuni produttori hanno favorito il declino qualitativo.
Com’è vero che è apprezzato, in ogni angolo del mondo dove vige la civiltà del bere, il Vino Marsala di qualità. Ed addirittura osannato quello di eccellenza.
E per testimoniar il vero alcuni qualificati personaggi intervenuti a questo dibattito hanno fatto nomi e cognomi di chi produce eccellenze.
Quando, nel 1994, Luigi Veronelli mi chiese di scrivere la storia del vino Marsala, che mi definì:il canto della tua terra verso il cielo, e che pubblicò su il numero di dicembre de IL CONSENSO, pretese anche giuste critiche e le possibilità di rilancio; cosiccome m’ha chiesto la FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) per il prossimo numero della rivista Il Sommelier, che propone uno Speciale Sicilia.
E le possibilità di rilancio di sono.
Iniziando dal massimo impegno, serio ed altamente professionale di tutti i produttori delle uve storiche e del vino. Perché le eccellenze del Marsala sono frutto di un amorevole lavoro in vigna e di un attento affinamento in cantina . Cambiando il disciplinare: magari ripensando alla coltivazione ad alberello; alla raccolta delle uve grillo al grado zuccherino ideale; al migliore l’utilizzo della mistella; alla riduzione del margine di alcol; a rigidi controlli sugli invecchiamenti. Rendendo molto presente ed efficace il Consorzio di Tutela (negli ultimi anni, scivolato nel periodo più invisibile della sua storia)Promuovendo una campagna promozionale che fortificherebbe la fedeltà dei consumatori ed amplierebbe gli spazi di mercato. Da prendere ad esempio quella pro Spumante, che, per la prima volta ha fatto registrare il sorpasso di vendite sullo Champagne.
* giornalista, autore di alcuni libri,
tra cui “Marco De Bartoli” e “ Carlo Nicolosi Asmundo” Collana “I SEMI”
Veronelli Ed.