Con l’evento “Oltrepò e Terre pavesi: dal territorio alla tavola”, viene voglia di fare i complimenti a chi guida l’ente camerale perché in uno snello e piacevole incontro nel “mare-magnum” di incontri, eventi, masterclass, degustazioni e via dicendo che caratterizza il Vinitaly, sono emerse tutte le peculiarità del territorio pavese con, in primo piano, due eccellenze come vino e riso. Infatti Carlo Veronese, direttore del Consorzio Vini Oltrepò e Sergio Barzetti, chef conosciuto al grande pubblico anche grazie al programma televisivo “La prova del cuoco”, interrogati dal giornalista Carlo Passera di Identità Golose, sono riusciti a coinvolgere i partecipanti alla masterclass che dopo aver assaggiato un Metodo classico, un Pinot nero e il Buttafuoco Storico, sono stati premiati con un assaggio del risotto a base di spuma di crescione, zafferano, erborinato di capra preparato da Barzetti con il riso Carnaroli da Carnaroli pavese. Barzetti è un cuoco che ama indicare i nomi dei produttori degli alimenti che utilizza per realizzare i suoi grandi piatti.
Ad introdurre la degustazione dei vini è stato veronese che ha ricordato un “momento” particolare della sua vita professionale come quando fu “commiserato” da alcuni operatori statunitensi in occasione di un viaggio tour promozionale con i vini del consorzio di vini bianchi di cui era direttore e che gli diedero del “poverino” visto che era impegnato a fare conoscere solo vino bianco. E, invece, con il trasferimento in Oltrepò, questi signori non potranno più dargli del poveretto se avessero la possibilità di partecipare ad una degustazione di vini del pavese che, al Vinitaly, l’ente camerale pavese ha voluto sintetizzare nei tre vini scelti per la degustazione. E, comunque, senza dimenticare che la provincia di Pavia con 13.269 ettari vitati rappresenta il 55% di quelli presenti in Lombardia) e con 11.102 ettari iscritti alle diverse denominazioni, arriva al 70% di quelli lombardi. E ricorda che in questa terra dove è nato lo spumante, la varietà dei vitigni è notevole, a cominciare da quelli autoctoni come la Vespolina (detta anche Ughetta) e l’Uva rara e proseguire con la Croatina – base dei più storici e rappresentativi vini del territorio – , la Bonarda, in versione ferma o vivace, piacevolmente tannica, spesso amabile, perfetta da abbinare soprattutto a salumi e piatti ricchi come agnolotti o bollito misto; poi c’è il Sangue di Giuda – davvero unico – prodotto in una piccola area dell’Oltrepò orientale in versione frizzante o spumantizzato, con un bouquet fruttato e di confettura, si abbina a dolci e frutta fresca. Tra i bianchi, molto diffuso è il Riesling, italico e renano, dal profilo aromatico inconfondibile e dalla piacevole mineralità; il Moscato, spesso vinificato in versione spumante, piacevolmente dolce e fragrante. E, ovviamente, il Pinot Nero, giunto in provincia di Pavia all’inizio del XIX secolo, diventando la più importante base spumante.