La zuppa di pesce alla casteddaia, uno dei piatti di mare simbolo della cucina cagliaritana, ottiene l’inserimento nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali.
“Un piatto tipico e anche sostenibile – dice Alessandra Guigoni, vice delegata dell’Accademia Italiana della Cucina di Cagliari – perché si utilizzano pesci di minor pregio presenti nei nostri mari e che finiscono nelle reti”.
Nella scheda di presentazione di Sa Cassola ‘e pisci si spiega: “Ghiozzi, gallinelle, scorfani, muggini, gronghi, vacche, polpi, seppie, calamari, cozze, arselle, gamberi vengono cotti insieme a salsa di pomodoro e poi si aggiunge alloro, pomodori secchi, aglio, prezzemolo, zafferano, peperoncino, olio evo, vino bianco e crostini di pane”. “La certificazione da parte del Ministero è frutto di un accurato lavoro di ricerca e valorizzazione e in parte riscoperta di questo piatto ancora troppo assente dalle tavole di ristoranti e trattorie”, spiega Roberto Pisano, delegato di Cagliari dell’Accademia italiana della cucina. Il bollino Pat ne attesta qualità, origine, antiche tecniche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, per un periodo non inferiore ai 25 anni.
Sa Cassola ‘e pisci viene preparata a Cagliari e nell’hinterland. “Le citazioni risalgono al medioevo – ricorda Pisano – Celebrata in una poesia da Teresa Mundula Crespellani, descritta nel ricettario di Itala Testa, è presente tra gli altri in quelli di Carnacina e Veronelli. Nel 2015 il libro dell’Accademia italiana della cucina ha censito la ricetta e a seguire la delegazione di Cagliari l’ha inserita tra le pietanze identitarie nella pubblicazione edita nel 2021”.